Berlusconi telefona ai giovani di "Everest 2015"
«In Italia pericolo di un regime»
domenica 6 settembre 2015
13.30
È un Silvio Berlusconi preoccupato quello che è intervenuto telefonicamente ad "Everest 2015", il campus politico dei giovani di Forza Italia, che si sta chiudendo in queste ore presso l'hotel Riva del Sole a Giovinazzo.
Sulla questione relativa alla riforma elettorale ammonisce: «Se passa questa riforma del Senato, l'Italia è a rischio regime». Berlusconi ha spiegato, poi, di non aver ostacolato la trattativa con il PD, ma di non trovare giusta l'impostazione data alla riforma elettorale e degli assetti istituzionali.
Poi il capitolo immigrazione, oggi al centro del dibattito in tutta Europa: «Non fatevi ingannare - ha detto il leader azzurro - dalla vicenda ungherese. Quella gente che tenta di raggiungere Austria e Germania è gente con una professionalità, non di certo un pericolo per quelle nazioni e comunque nell'ordine di qualche migliaio. La situazione nel Mediterraneo - ha aggiunto - è invece molto preoccupante. Ero stato io a stringere accordi con la Libia di Gheddafi, per regolamentare i flussi. Oggi sono molto preoccupato - ha chiosato - perché c'è un pericolo chiamato Isis che si serve di queste immani tragedie per portare insidie in Europa».
Da Giovinazzo, per tre giorni centro della politica nazionale di centro-destra, sale forte la voglia di quell'area politica di ricompattarsi. Sempre, però, dietro un leader, che appare ancora fortissimo nel suo ruolo e dietro tematiche comuni.
Sulla questione relativa alla riforma elettorale ammonisce: «Se passa questa riforma del Senato, l'Italia è a rischio regime». Berlusconi ha spiegato, poi, di non aver ostacolato la trattativa con il PD, ma di non trovare giusta l'impostazione data alla riforma elettorale e degli assetti istituzionali.
Poi il capitolo immigrazione, oggi al centro del dibattito in tutta Europa: «Non fatevi ingannare - ha detto il leader azzurro - dalla vicenda ungherese. Quella gente che tenta di raggiungere Austria e Germania è gente con una professionalità, non di certo un pericolo per quelle nazioni e comunque nell'ordine di qualche migliaio. La situazione nel Mediterraneo - ha aggiunto - è invece molto preoccupante. Ero stato io a stringere accordi con la Libia di Gheddafi, per regolamentare i flussi. Oggi sono molto preoccupato - ha chiosato - perché c'è un pericolo chiamato Isis che si serve di queste immani tragedie per portare insidie in Europa».
Da Giovinazzo, per tre giorni centro della politica nazionale di centro-destra, sale forte la voglia di quell'area politica di ricompattarsi. Sempre, però, dietro un leader, che appare ancora fortissimo nel suo ruolo e dietro tematiche comuni.