Bandito con colla anti-impronte sui polpastrelli
Uno dei due rapinatori aveva creato una pellicola tale da non lasciare impronte digitali
sabato 2 gennaio 2016
11.21
Li hanno fermati e arrestati prima che potessero entrare in azione. Cappellini con visiera, guanti in lattice, un coltello da cucina con lama in ceramica e le mani rivestite di colla per creare una pellicola tale da non lasciare impronte digitali in giro. L'obiettivo non era una festa in maschera, bensì la Monte dei Paschi di Siena di Giovinazzo.
È accaduto, come anticipato da GiovinazzoViva.it, il 30 dicembre scorso a Giovinazzo, dove i Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno arrestato due pregiudicati baresi, il sorvegliato speciale Antonio De Manna, di 42 anni, e Umberto Ranieri, 48enne (in passato esponenti di spicco del clan Parisi, ndr). I due sono accusati, in concorso, di tentata rapina aggravata, riciclaggio, porto di armi o oggetti atti ad offendere, mentre il solo sorvegliato dovrà rispondere anche della violazione degli obblighi imposti dalla misura a cui era sottoposto.
Durante un servizio di perlustrazione, finalizzato alla prevenzione e repressione di rapine e furti, una pattuglia dell'Arma ha notato due individui scendere da un Fiat Iveco Daily 35 parcheggiato in via Fossato, a ridosso della filiale della Monte dei Paschi di Siena sita nella vicina via Papa Giovanni XXIII, i quali, accortisi di loro, sono risaliti in tutta fretta sul mezzo, condotto da un complice e si sono dileguati per le vie adiacenti.
Si è così dato vita ad un pericoloso inseguimento per le vie del centro abitato, terminato dopo alcune centinaia di metri, quando il furgone, ormai tallonato dai militari, è stato abbandonato dagli occupanti in via San Domenico Maggiore, sparpagliatisi tra i vicoli del centro storico.
Le ricerche, proseguite ininterrottamente, hanno infatti permesso ai militari, coordinati sul campo dal capitano Vito Ingrosso, di rintracciare ed arrestare due banditi, bloccati, appunto, in via San Domenico Maggiore ed in piazza Vittorio Emanuele II, non prima di essersi sbarazzati, lungo il tragitto, di un coltello da cucina con lama in ceramica, tre cappellini con visiera e due paia di guanti in lattice.
Al momento dell'identificazione, poi, gli investigatori si sono accorti del sistema ingegnoso con cui il 42enne aveva pensato di nascondere le proprie impronte. De Manna, infatti, è stato trovato con i palmi delle mani cosparsi di colla, proprio per aggirare il sistema di rilevamento di impronte papillari posto all'ingresso della banca, che avrebbero dovuto assalire e da cui, a colpo messo a segno, si sarebbero dovuti allontanare a bordo di una Citroen C3, di proprietà dello stesso 42enne, trovata parcheggiata alla periferia del paese.
Le verifiche eseguite sul conto del furgone hanno, inoltre, potuto stabilire che il mezzo era il provento di una rapina commessa a Giovinazzo agli inizi del mese e che le targhe apposte sullo stesso appartenevano ad un'Audi A6 rubata lo scorso mese di marzo a Bari. I due rapinatori, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, sono stati trasferiti nel carcere del capoluogo.
Quanto, rinvenuto, invece, è stato sequestrato e verrà sottoposto ad accertamenti tecnici da parte della Sezione Investigazioni Scientifiche, allo scopo di individuare il complice riuscito a dileguarsi.
È accaduto, come anticipato da GiovinazzoViva.it, il 30 dicembre scorso a Giovinazzo, dove i Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno arrestato due pregiudicati baresi, il sorvegliato speciale Antonio De Manna, di 42 anni, e Umberto Ranieri, 48enne (in passato esponenti di spicco del clan Parisi, ndr). I due sono accusati, in concorso, di tentata rapina aggravata, riciclaggio, porto di armi o oggetti atti ad offendere, mentre il solo sorvegliato dovrà rispondere anche della violazione degli obblighi imposti dalla misura a cui era sottoposto.
Durante un servizio di perlustrazione, finalizzato alla prevenzione e repressione di rapine e furti, una pattuglia dell'Arma ha notato due individui scendere da un Fiat Iveco Daily 35 parcheggiato in via Fossato, a ridosso della filiale della Monte dei Paschi di Siena sita nella vicina via Papa Giovanni XXIII, i quali, accortisi di loro, sono risaliti in tutta fretta sul mezzo, condotto da un complice e si sono dileguati per le vie adiacenti.
Si è così dato vita ad un pericoloso inseguimento per le vie del centro abitato, terminato dopo alcune centinaia di metri, quando il furgone, ormai tallonato dai militari, è stato abbandonato dagli occupanti in via San Domenico Maggiore, sparpagliatisi tra i vicoli del centro storico.
Le ricerche, proseguite ininterrottamente, hanno infatti permesso ai militari, coordinati sul campo dal capitano Vito Ingrosso, di rintracciare ed arrestare due banditi, bloccati, appunto, in via San Domenico Maggiore ed in piazza Vittorio Emanuele II, non prima di essersi sbarazzati, lungo il tragitto, di un coltello da cucina con lama in ceramica, tre cappellini con visiera e due paia di guanti in lattice.
Al momento dell'identificazione, poi, gli investigatori si sono accorti del sistema ingegnoso con cui il 42enne aveva pensato di nascondere le proprie impronte. De Manna, infatti, è stato trovato con i palmi delle mani cosparsi di colla, proprio per aggirare il sistema di rilevamento di impronte papillari posto all'ingresso della banca, che avrebbero dovuto assalire e da cui, a colpo messo a segno, si sarebbero dovuti allontanare a bordo di una Citroen C3, di proprietà dello stesso 42enne, trovata parcheggiata alla periferia del paese.
Le verifiche eseguite sul conto del furgone hanno, inoltre, potuto stabilire che il mezzo era il provento di una rapina commessa a Giovinazzo agli inizi del mese e che le targhe apposte sullo stesso appartenevano ad un'Audi A6 rubata lo scorso mese di marzo a Bari. I due rapinatori, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, sono stati trasferiti nel carcere del capoluogo.
Quanto, rinvenuto, invece, è stato sequestrato e verrà sottoposto ad accertamenti tecnici da parte della Sezione Investigazioni Scientifiche, allo scopo di individuare il complice riuscito a dileguarsi.