Assolto il presidente dell'associazione Amici del Gozzo: «Il fatto non sussiste»
Francesco Depalo era accusato di aver «dotato i cancelli dei pontili di serrature per impedire la fruizione dei beni demaniali»
martedì 10 ottobre 2023
10.02
Assolto perché «il fatto non sussiste». Dopo più di un anno e mezzo, l'11 settembre scorso, è arrivata la sentenza di assoluzione del presidente dell'associazione Amici del Gozzo, Francesco Depalo, accusato di aver «dotato i cancelli dei pontili di serrature per impedire la libera fruizione di beni demaniali di uso pubblico».
A deciderlo è stato il giudice monocratico del Tribunale di Bari, Valentina Tripaldi. L'attività investigativa iniziata, su delega della Procura della Repubblica di Bari, nel febbraio 2022, dalla Capitaneria di Porto di Molfetta, oltre alla notizia di reato, avviò anche anche un procedimento amministrativo con una sanzione di 9mila euro, ma l'insussistenza del reato contestato dagli inquirenti è stata messa nero su bianco in poco più di 5 minuti, dopo aver vagliato la documentazione fornita.
Il giudice, infatti, ha esaminato la documentazione fornita - una determina dirigenziale comunale - con cui nel 2011 «si commissionavano due cancelli "completi di serrature e chiavi" a protezione di due pontili comunali in cala porto», da cui si evinceva l'evidente insussistenza dell'ipotesi accusatoria. Non a caso il Comune di Giovinazzo, proprio sulla base di quell'atto aveva annullato in autotutela la sanzione amministrativa, ravvisando i presupposti di una futura azione risarcitoria.
«Il procedimento penale - si legge - sarebbe potuto finire con il pagamento di una multa di 200 euro e con l'estinzione della pena. Abbiamo fatto opposizione, con un buon avvocato (Francesco Armenio) pur di dimostrare l'estraneità della nostra associazione e restituire dignità e onestà ad un ottantaquattrenne integerrimo, ex finanziere, la cui unica "colpa" è stata quella di rappresentare un ente culturale senza scopo di lucro, dedito alla tutela e alla valorizzazione dei gozzi d'epoca».
Gli Amici del Gozzo, a conclusione di «un'odissea», nutrono ancora dei dubbi: «Perché è stata mossa un'ipotesi di reato nei confronti di un'associazione culturale, la cui insussistenza era desumibile da atti custoditi nell'Ufficio Locale Marittimo e nel Comune? Forse perché i dirigenti che hanno avviato le indagini non hanno dialogato coi predecessori, o sono stati depistati, o non si sono presi la briga di svolgere una ricerca? Chi aveva copia delle chiavi, perché ha preferito l'omertà?».
E concludono: «Di certo, pur avendo fatto istanze ufficiali, ad oggi permangono inesitate le nostre richieste in merito all'esigenza di potere usufruire di posti barca a condizioni tali da scongiurare il disarmo dei gozzi d'epoca. Per fortuna a volte la giustizia assume il suo significato, anche se a prezzo salato… come il mare».
A deciderlo è stato il giudice monocratico del Tribunale di Bari, Valentina Tripaldi. L'attività investigativa iniziata, su delega della Procura della Repubblica di Bari, nel febbraio 2022, dalla Capitaneria di Porto di Molfetta, oltre alla notizia di reato, avviò anche anche un procedimento amministrativo con una sanzione di 9mila euro, ma l'insussistenza del reato contestato dagli inquirenti è stata messa nero su bianco in poco più di 5 minuti, dopo aver vagliato la documentazione fornita.
Il giudice, infatti, ha esaminato la documentazione fornita - una determina dirigenziale comunale - con cui nel 2011 «si commissionavano due cancelli "completi di serrature e chiavi" a protezione di due pontili comunali in cala porto», da cui si evinceva l'evidente insussistenza dell'ipotesi accusatoria. Non a caso il Comune di Giovinazzo, proprio sulla base di quell'atto aveva annullato in autotutela la sanzione amministrativa, ravvisando i presupposti di una futura azione risarcitoria.
«Il procedimento penale - si legge - sarebbe potuto finire con il pagamento di una multa di 200 euro e con l'estinzione della pena. Abbiamo fatto opposizione, con un buon avvocato (Francesco Armenio) pur di dimostrare l'estraneità della nostra associazione e restituire dignità e onestà ad un ottantaquattrenne integerrimo, ex finanziere, la cui unica "colpa" è stata quella di rappresentare un ente culturale senza scopo di lucro, dedito alla tutela e alla valorizzazione dei gozzi d'epoca».
Gli Amici del Gozzo, a conclusione di «un'odissea», nutrono ancora dei dubbi: «Perché è stata mossa un'ipotesi di reato nei confronti di un'associazione culturale, la cui insussistenza era desumibile da atti custoditi nell'Ufficio Locale Marittimo e nel Comune? Forse perché i dirigenti che hanno avviato le indagini non hanno dialogato coi predecessori, o sono stati depistati, o non si sono presi la briga di svolgere una ricerca? Chi aveva copia delle chiavi, perché ha preferito l'omertà?».
E concludono: «Di certo, pur avendo fatto istanze ufficiali, ad oggi permangono inesitate le nostre richieste in merito all'esigenza di potere usufruire di posti barca a condizioni tali da scongiurare il disarmo dei gozzi d'epoca. Per fortuna a volte la giustizia assume il suo significato, anche se a prezzo salato… come il mare».