ASL Bari, disposti tamponi su tutti i dipendenti delle RSA

Longo: «Si aumenta la possibilità di bloccare diffusione virus»

venerdì 11 dicembre 2020 16.02
Test anti Covid ogni 15 giorni a tutti gli operatori delle RSA per prevenire l'insorgenza di nuovi focolai nelle strutture sanitarie e socioassistenziali. È quanto disposto da ASL Bari – per il tramite del servizio Spesal del Dipartimento di prevenzione – sulla base delle direttive regionali in merito a "Monitoraggio e controllo delle misure di contenimento dell'infezione da SARS-CoV-2 nelle strutture territoriali regionali sanitarie e socioassistenziali".

L'obiettivo, attraverso uno stretto e costante monitoraggio dei lavoratori, è quello di intercettare in tempi rapidi eventuali casi di positività e mettere in atto tutte le misure di contenimento dei contagi (una delle vittime giovinazzesi era ricoverata in una RSA, ndr). In base al protocollo, spetta al medico competente delle strutture la scelta di eseguire test diagnostici molecolari o antigenici rapidi mediante tampone rino – oro – faringeo con una periodicità non superiore alle due settimane per tutta la durata della emergenza sanitaria.

La presenza di focolai di infezione da Sars CoV-2 nelle strutture per anziani, sono attualmente dodici in provincia di Bari, ha determinato la necessità di predisporre un intervento urgente di contenimento e prevenzione. La diffusione del virus in queste comunità comporta a sua volta isolamento del personale, difficoltà a garantire i livelli di assistenza e quindi la necessità da parte della ASL di venire in supporto alla gestione delle strutture.

Considerato che la principale via di penetrazione del virus è rappresentata dai lavoratori delle strutture (visto che ormai da tempo sono impedite le visite e i contatti diretti tra gli ospiti e i loro parenti) e tenuto conto delle disposizioni regionali impartite nei mesi scorsi in materia di sorveglianza sanitaria integrativa per i lavoratori delle strutture sanitarie, il servizio Spesal ha disposto per i medici competenti e ai titolari delle RSA ed RSSA l'effettuazione dei test per la diagnosi dell'infezione da Covid 19 con una periodicità non superiore a 15 giorni.
Tale indicazione risponde agli indirizzi tecnico-scientifici emanati dalla Regione e alla evoluzione (e maggiore disponibilità) dei test disponibili per effettuare diagnosi di infezione da Covid-19 così come indicato dalle direttive del Ministero della Salute del 23 ottobre (Test di laboratorio per Sars Cov 2 e loro uso in sanità pubblica).

«Controllare il personale ogni 15 giorni aumenta la possibilità di bloccare l'unica via sostanziale di diffusione del virus in queste strutture – spiega il dottor Fulvio Longo, direttore Spesal area metropolitana di Bari – e di prevenire così l' insorgenza di un focolaio. Una volta individuati precocemente lavoratori positivi – continua il dottor Longo – si possono adottare tutte le misure di contenimento dei contagi, mentre il Dipartimento di prevenzione subentra per la conferma del caso, mediante test molecolare, e per il monitoraggio degli ospiti».

È evidente l'obiettivo di salute di questa disposizione, adottata nell'ambito delle norme sulla sicurezza dei lavoratori, a cui si aggiunge anche il tentativo di evitare pesanti conseguenze di natura economica che impattano su una struttura colpita da un focolaio.
A due settimane dall'avvio di questa iniziativa tutte le strutture stanno adeguando i propri protocolli di sorveglianza e monitoraggio dei lavoratori in piena collaborazione con gli operatori degli Spesal, potendo anche richiedere eventuali proroghe dei termini fissati, debitamente motivata e giustificata da fatti contingenti.