Arrestato per maltrattamenti, l’accusa non regge: assolto, torna in libertà
Emessa la sentenza nei riguardi di un 52enne del posto arrestato per soprusi ai danni della sorella
domenica 16 marzo 2025
Era finito dietro le sbarre con l'accusa di aver reso un incubo la vita della sorella convivente, da maggio 2021 a luglio dello scorso anno. Ma gli addebiti a carico di un 52enne di Giovinazzo, non hanno trovato riscontri nel giudizio di primo grado e il verdetto è stato di assoluzione con la formula «perché il fatto non sussiste».
Ad emettere la sentenza, giovedì, è stato il giudice della prima sezione penale del Tribunale di Bari, Angelo Salerno. Stando alle carte dell'inchiesta, l'imputato, già noto alle forze dell'ordine per precedenti casi di cronaca e accusato del reato di maltrattamenti contro familiari o conviventi, avrebbe tormentato la propria sorella «con una serie di atti lesivi della sua integrità fisica e morale, minacciandola, percuotendola, offendendola, rendendo dolorosa e mortificante la loro relazione».
L'uomo, inoltre, per tre lunghi anni, da maggio 2021 fino al 20 luglio 2024, quando è stata presentata la denuncia, l'avrebbe offesa, «sputando per terra davanti alla stessa». Oltre alla violenza psicologica, fra le mura domestiche, ci sarebbe stata pure quella fisica. L'avrebbe, infatti, aggredita «in diverse occasioni - si legge agli atti dell'inchiesta - colpendola con calci, pugni, schiaffi, strattonandola, tirandole i capelli e tirandole contro gli oggetti quali, ad esempio, bottiglie di acqua».
Le motivazioni non sono ancora note - lo saranno entro 30 giorni -, ma a pesare nella decisione del giudice è stata la tesi difensiva, sostenuta dall'avvocato Flavia Rita Decaro, allieva del docente universitario Francesco Mastro. Per il 52enne, che si trovava in carcere, è stata così ordinata «l'immediata rimessione in libertà».
Ad emettere la sentenza, giovedì, è stato il giudice della prima sezione penale del Tribunale di Bari, Angelo Salerno. Stando alle carte dell'inchiesta, l'imputato, già noto alle forze dell'ordine per precedenti casi di cronaca e accusato del reato di maltrattamenti contro familiari o conviventi, avrebbe tormentato la propria sorella «con una serie di atti lesivi della sua integrità fisica e morale, minacciandola, percuotendola, offendendola, rendendo dolorosa e mortificante la loro relazione».
L'uomo, inoltre, per tre lunghi anni, da maggio 2021 fino al 20 luglio 2024, quando è stata presentata la denuncia, l'avrebbe offesa, «sputando per terra davanti alla stessa». Oltre alla violenza psicologica, fra le mura domestiche, ci sarebbe stata pure quella fisica. L'avrebbe, infatti, aggredita «in diverse occasioni - si legge agli atti dell'inchiesta - colpendola con calci, pugni, schiaffi, strattonandola, tirandole i capelli e tirandole contro gli oggetti quali, ad esempio, bottiglie di acqua».
Le motivazioni non sono ancora note - lo saranno entro 30 giorni -, ma a pesare nella decisione del giudice è stata la tesi difensiva, sostenuta dall'avvocato Flavia Rita Decaro, allieva del docente universitario Francesco Mastro. Per il 52enne, che si trovava in carcere, è stata così ordinata «l'immediata rimessione in libertà».