Arrestati padre e figlia in spedizione punitiva (VIDEO)
La ragazza incitò il genitore a sparare contro l'ex marito
giovedì 6 aprile 2017
11.23
Le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Molfetta e di quella di Bari-San Paolo, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Bari, hanno fatto luce sulla sparatoria che, il 10 marzo scorso, aveva visto coinvolta una coppia di giovani, oggetto di un agguato, alle porte di Bitonto, nei pressi del campo sportivo (sotto l'articolo vedete il VIDEO). Il fatto aveva destato molta preoccupazione nell'opinione pubblica locale.
I primi accertamenti condotti dai Carabinieri di Bari, avevano portato all'arresto del suocero del conducente dell'auto che, esplosi i colpi di pistola, si era dato alla fuga, fino alle porte di Bari. Per poco si era sfiorata la tragedia, tant'è che un proiettile aveva trapassato il cappuccio della felpa indossata dal giovane, mentre la 20enne, che era in sua compagnia, era finita in ospedale con una ferita di striscio al fianco.
A finire in manette era stato il 56enne bitontino Cosimo Cassano, volto noto alle forze dell'ordine, con l'accusa di detenzione illegale di arma clandestina. La partecipazione ed il ruolo rivestito dell'uomo nell'agguato non era ancora ben chiara agli investigatori che ora, dopo serrate indagini, sono arrivati a chiudere il cerchio attorno agli autori dell'agguato.
Il suocero del giovane e la figlia Maria Adelaide avevano, infatti, deciso di vendicarsi del tradimento del giovane che, sfidando una sorta di codice d'onore, aveva deciso di lasciare la moglie per stringere una relazione sentimentale con una giovane ragazza di Giovinazzo, il tutto nonostante fosse stato richiamato più volte a tornare fra le mura domestiche.
A corroborare la tesi investigativa degli inquirenti una telecamere posizionata a pochi metri dal luogo del tentato omicidio, che ha raccontato quanto accaduto. Era la mezzanotte dello scorso 10 marzo quando, nei pressi del campo sportivo di Bitonto, il 28enne C.C., con precedenti penali, si trovava all'interno della sua utilitaria in compagnia della sua attuale compagna, giovinazzese.
Ad un certo punto, da un'auto di colore scuro, partirono alcuni colpi di pistola all'indirizzo del veicolo. Due degli occupanti, un terzo sarebbe in via di identificazione, scesero dall'auto, ma l'aggressore continuò a sparare. In tutto 5 i colpi esplosi. Poi la fuga ad alta velocità verso Bari, con l'auto scura alle calcagna, fino a quando, all'altezza dell'Hotel Parco dei Principi, a causa dello scoppio di un pneumatico, la folle corsa si interruppe e l'auto che inseguiva si dileguò.
Il resto lo raccontano i due giovani. Le indagini erano partite subito serrate, da parte delle Compagnie CC di Bari-San Paolo e Molfetta, coadiuvate dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Bari, che, dopo aver effettuato tutti i rilievi, soprattutto di tipo balistico, rinveniva 5 bossoli calibro 7,65, un frammento di ogiva, nonché frammenti di vetro. I Carabinieri, poche ore dopo, nei pressi di un campo in Contrada delle Rose, ritrovavano, su un albero, una pistola "Zastava" calibro 7,65, priva di cartucce.
Confermato il movente della spedizione punitiva, riconducibile all'astio provato dall'uomo nell'ambito di dissidi familiari e relazioni interpersonali intrattenute dal genero. Oggi sono scattate nuovamente le manette per Cosimo Cassano, con l'accusa di tentato omicidio in concorso con la figlia, fermata e sottoposta agli arresti domiciliari.
I primi accertamenti condotti dai Carabinieri di Bari, avevano portato all'arresto del suocero del conducente dell'auto che, esplosi i colpi di pistola, si era dato alla fuga, fino alle porte di Bari. Per poco si era sfiorata la tragedia, tant'è che un proiettile aveva trapassato il cappuccio della felpa indossata dal giovane, mentre la 20enne, che era in sua compagnia, era finita in ospedale con una ferita di striscio al fianco.
A finire in manette era stato il 56enne bitontino Cosimo Cassano, volto noto alle forze dell'ordine, con l'accusa di detenzione illegale di arma clandestina. La partecipazione ed il ruolo rivestito dell'uomo nell'agguato non era ancora ben chiara agli investigatori che ora, dopo serrate indagini, sono arrivati a chiudere il cerchio attorno agli autori dell'agguato.
Il suocero del giovane e la figlia Maria Adelaide avevano, infatti, deciso di vendicarsi del tradimento del giovane che, sfidando una sorta di codice d'onore, aveva deciso di lasciare la moglie per stringere una relazione sentimentale con una giovane ragazza di Giovinazzo, il tutto nonostante fosse stato richiamato più volte a tornare fra le mura domestiche.
A corroborare la tesi investigativa degli inquirenti una telecamere posizionata a pochi metri dal luogo del tentato omicidio, che ha raccontato quanto accaduto. Era la mezzanotte dello scorso 10 marzo quando, nei pressi del campo sportivo di Bitonto, il 28enne C.C., con precedenti penali, si trovava all'interno della sua utilitaria in compagnia della sua attuale compagna, giovinazzese.
Ad un certo punto, da un'auto di colore scuro, partirono alcuni colpi di pistola all'indirizzo del veicolo. Due degli occupanti, un terzo sarebbe in via di identificazione, scesero dall'auto, ma l'aggressore continuò a sparare. In tutto 5 i colpi esplosi. Poi la fuga ad alta velocità verso Bari, con l'auto scura alle calcagna, fino a quando, all'altezza dell'Hotel Parco dei Principi, a causa dello scoppio di un pneumatico, la folle corsa si interruppe e l'auto che inseguiva si dileguò.
Il resto lo raccontano i due giovani. Le indagini erano partite subito serrate, da parte delle Compagnie CC di Bari-San Paolo e Molfetta, coadiuvate dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Bari, che, dopo aver effettuato tutti i rilievi, soprattutto di tipo balistico, rinveniva 5 bossoli calibro 7,65, un frammento di ogiva, nonché frammenti di vetro. I Carabinieri, poche ore dopo, nei pressi di un campo in Contrada delle Rose, ritrovavano, su un albero, una pistola "Zastava" calibro 7,65, priva di cartucce.
Confermato il movente della spedizione punitiva, riconducibile all'astio provato dall'uomo nell'ambito di dissidi familiari e relazioni interpersonali intrattenute dal genero. Oggi sono scattate nuovamente le manette per Cosimo Cassano, con l'accusa di tentato omicidio in concorso con la figlia, fermata e sottoposta agli arresti domiciliari.