Arciuli e la sua compagna non rispondono davanti al Gip
Il 22enne, catturato dopo quasi due mesi di latitanza, s'è avvalso della facoltà di non rispondere
sabato 16 ottobre 2021
08.00
«Volevo solo farmi una famiglia». Poi ha scelto la linea del silenzio, Daniele Arciuli. 22enne, è stato arrestato in un basso di Triggiano. Era evaso dal carcere di Trani, ma è stato scovato dopo quasi due mesi. Con lui c'era la sua fidanzata, N.S., 21enne: sono stati trovati insieme e, per gli investigatori, ne aveva favorito l'irreperibilità.
I due, catturati dagli agenti della Squadra Mobile, coordinati dal pubblico ministero Silvia Curione, ieri, durante l'udienza di convalida, hanno preferito non rispondere agli interrogativi del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Rossana De Cristofaro. Sulla sua latitanza, Arciuli non ha voluto dire niente, avvalendosi della facolta di non rispondere. Entrambi difesi dall'avvocato Giuseppe Buquicchio, i due non hanno quindi ammesso o smentito nulla di quanto viene loro attributo dagli inquirenti.
La 21enne è finita ai domiciliari (risponde di favoreggiamento personale, nda), mentre il 22enne è tornato in carcere, ora a Bari, dove dovrà finire di scontare una condanna per l'omicidio del 21enne Gaetano Spera, commesso il 24 marzo 2015 a Giovinazzo quando era ancora minorenne con fine pena nel novembre 2024. A questo si aggiungerà il nuovo reato commesso evadendo dal penitenziario di Trani dopo aver scavalcato, come immortalato dalle telecamere della videosorveglianza del carcere, il muro di cinta.
È terminata così, dopo 48 giorni, la latitanza di Arciuli, mentre proseguono le indagini della Polizia di Stato, che dopo l'arresto ha svolto alcune perquisizioni, per identificare tutti coloro i quali hanno favorito la fuga e per ricostruire la rete di fiancheggiatori. Al termine dell'interrogatorio, il gip s'è riservato la decisione: è attesa oggi.
I due, catturati dagli agenti della Squadra Mobile, coordinati dal pubblico ministero Silvia Curione, ieri, durante l'udienza di convalida, hanno preferito non rispondere agli interrogativi del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Rossana De Cristofaro. Sulla sua latitanza, Arciuli non ha voluto dire niente, avvalendosi della facolta di non rispondere. Entrambi difesi dall'avvocato Giuseppe Buquicchio, i due non hanno quindi ammesso o smentito nulla di quanto viene loro attributo dagli inquirenti.
La 21enne è finita ai domiciliari (risponde di favoreggiamento personale, nda), mentre il 22enne è tornato in carcere, ora a Bari, dove dovrà finire di scontare una condanna per l'omicidio del 21enne Gaetano Spera, commesso il 24 marzo 2015 a Giovinazzo quando era ancora minorenne con fine pena nel novembre 2024. A questo si aggiungerà il nuovo reato commesso evadendo dal penitenziario di Trani dopo aver scavalcato, come immortalato dalle telecamere della videosorveglianza del carcere, il muro di cinta.
È terminata così, dopo 48 giorni, la latitanza di Arciuli, mentre proseguono le indagini della Polizia di Stato, che dopo l'arresto ha svolto alcune perquisizioni, per identificare tutti coloro i quali hanno favorito la fuga e per ricostruire la rete di fiancheggiatori. Al termine dell'interrogatorio, il gip s'è riservato la decisione: è attesa oggi.