Archivio IVE, botta e risposta tra De Matteo e Depalma
Migliaia i testi del Comune nell'ex convento domenicano
martedì 7 febbraio 2017
06.00
Sarebbero migliaia i testi, anche di pregio, allocati al primo piano dell'Istituto Vittorio Emanuele II e facenti parte dell'archivio IVE. Quei libri appartengono al Comune di Giovinazzo e non alla Città Metropolitana, proprietaria dell'immobile. Nelle ultime ore è sorta una polemica a distanza tra il Delegato alla struttura, Nicola De Matteo, e l'Amministrazione comunale guidata da Tommaso Depalma proprio in merito a quella preziosa e corposa quantità di pubblicazioni.
I FATTI - Già nel febbraio 2016 vi era stato un carteggio tra Città Metropolitana, Settore Patrimonio, il Delegato all'IVE, Nicola De Matteo, ed il Comune di Giovinazzo. In quelle missive si faceva riferimento all'inadeguatezza dei luoghi in cui si trovava l'archivio. Diversi erano stati gli incontri per trovare una soluzione al problema, cercando altri locali idonei ad ospitare quei testi insieme alla Soprintendenza Archivistica.
Il 12 gennaio scorso, Nicola De Matteo scrisse nuovamente alla Città Metropolitana ed al Sindaco di Giovinazzo. Nella nota si legge, tra gli altri passaggi, che «l'archivio cartaceo dell'Istituto Vittorio Emanuele II [...] insiste attualmente al 1° piano dell'Istituto in parola. Trattandosi di materiale documentale prezioso - specifica il Delegato -, affermo che si trova allocato in ambiente assolutamente inidoneo in quanto umido, polveroso, con la presenza di escrementi di volatili e soggetto alle intemperie in quanto nelle stanze - è la precisazione - vi è più di una finestra rotta».
I locali individuati per il trasferimento dei libri sarebbero, secondo quanto si legge, quelli concessi al Comune dall'allora Provincia di Bari con transazione datata 21 febbraio 2007.
LA POSIZIONE DEL DELEGATO IVE - De Matteo, in quella missiva, rincara la dose e prende una posizione ferma: «mi permetto di rilevare - scrive - che il Sindaco Tommaso Depalma ha inaugurato in data 2.12.2016 la Cittadella della Cultura presso l'ex convento agostiniano [...]. In pratica - specifica sempre il Delegato - lo stesso stabile dotato di molteplici stanze» che ospitava l'Istituto Santarella e che la ex Provincia avrebbe «completamente ristrutturato a regola d'arte». Visto che all'interno della Cittadella della Cultura è stata allocata la Biblioteca "don Filippo Roscini" , De Matteo chiede sostanzialmente di trasferire quei testi all'interno della stessa.
«Inoltre - è la chiosa -, come avviene in altre città, sarebbe opportuno concedere la gestione di archivio e biblioteca ad una cooperativa di giovani che - secondo De Matteo - possa rivalutare tale preziosità».
LA REPLICA DEL COMUNE - Da Palazzo di Città fanno sapere di non essersi mai disinteressati a tale patrimonio, come prova un ampio carteggio tra l'Ente di piazza Vittorio Emanuele II, la Città Metropolitana e la Soprintendenza Archivistica, e che nel 2015 è stata effettuata una pulizia ampia dei locali interessati. Inoltre il Comune di Giovinazzo ricorda di aver più volte sollecitato la Città Metropolitana ad individuare, in accordo con la stessa Soprintendenza, locali più idonei alla conservazione libraria.
Nel febbraio dello scorso anno, quest'ultima ha giudicato idonei due locali al piano terra dell'IVE, ma, fanno sapere dal Comune, «il delegato De Matteo non ha proceduto ad autorizzare il Comune di Giovinazzo allo spostamento del materiale archivistico».
Ne è scaturita una fitta corrispondenza col Settore Patrimonio della Città Metropolitana (Depalma aveva anche chiesto incontro con Decaro, ndr), che ha risposto nel febbraio 2016, ribadendo che i locali dove ricollocare quel prezioso patrimonio sono quelli di pertinenza comunale. Il Comune, in ogni caso, «vista la preziosità storica dell'archivio e la stretta relazione tra esso e la storia del Vittorio Emanuele II, considerata la vastità dell'Istituto (circa 20mila mq) e il parere della Soprintendenza, ha sempre ritenuto scontato e quasi inevitabile che la giusta collocazione dell'archivio fosse l'Istituto stesso».
L'Amministrazione comunale di Giovinazzo fa anche sapere che i locali IVE sono di competenza della stessa Città Metropolitana e che, quindi, la loro manutenzione doveva essere oggetto di interventi programmati dal Delegato in accordo col Sindaco metropolitano.
LE DICHIARAZIONI DI TOMMASO DEPALMA - «Quanto detto testimonia l'impegno sempre profuso dal Comune per trovare una soluzione alla collocazione dell'archivio. Ciò a fronte, viceversa - è il parere del Sindaco -, di un elefantiaco modo di procedere della Città Metropolitana, un modus operandi peraltro già riscontrato in altre situazioni. Ma visto e considerato l'interesse del Comune alla salvaguardia del patrimonio storico e culturale della città, colgo l'occasione per comunicare che l'archivio dell'IVE sarà recuperato da noi e trasferito in altri immobili di nostra proprietà. Resta il rammarico nel vedere che una struttura dalle enormi potenzialità - precisa - non riesca a trovare una sua vocazione che abbia un forte impatto non solo locale ma anche metropolitano e regionale. Una vocazione alla quale, come Comune, stiamo lavorando, avendo promosso un incontro nel merito con il Presidente Michele Emiliano e il Sindaco metropolitano Antonio Decaro».
I FATTI - Già nel febbraio 2016 vi era stato un carteggio tra Città Metropolitana, Settore Patrimonio, il Delegato all'IVE, Nicola De Matteo, ed il Comune di Giovinazzo. In quelle missive si faceva riferimento all'inadeguatezza dei luoghi in cui si trovava l'archivio. Diversi erano stati gli incontri per trovare una soluzione al problema, cercando altri locali idonei ad ospitare quei testi insieme alla Soprintendenza Archivistica.
Il 12 gennaio scorso, Nicola De Matteo scrisse nuovamente alla Città Metropolitana ed al Sindaco di Giovinazzo. Nella nota si legge, tra gli altri passaggi, che «l'archivio cartaceo dell'Istituto Vittorio Emanuele II [...] insiste attualmente al 1° piano dell'Istituto in parola. Trattandosi di materiale documentale prezioso - specifica il Delegato -, affermo che si trova allocato in ambiente assolutamente inidoneo in quanto umido, polveroso, con la presenza di escrementi di volatili e soggetto alle intemperie in quanto nelle stanze - è la precisazione - vi è più di una finestra rotta».
I locali individuati per il trasferimento dei libri sarebbero, secondo quanto si legge, quelli concessi al Comune dall'allora Provincia di Bari con transazione datata 21 febbraio 2007.
LA POSIZIONE DEL DELEGATO IVE - De Matteo, in quella missiva, rincara la dose e prende una posizione ferma: «mi permetto di rilevare - scrive - che il Sindaco Tommaso Depalma ha inaugurato in data 2.12.2016 la Cittadella della Cultura presso l'ex convento agostiniano [...]. In pratica - specifica sempre il Delegato - lo stesso stabile dotato di molteplici stanze» che ospitava l'Istituto Santarella e che la ex Provincia avrebbe «completamente ristrutturato a regola d'arte». Visto che all'interno della Cittadella della Cultura è stata allocata la Biblioteca "don Filippo Roscini" , De Matteo chiede sostanzialmente di trasferire quei testi all'interno della stessa.
«Inoltre - è la chiosa -, come avviene in altre città, sarebbe opportuno concedere la gestione di archivio e biblioteca ad una cooperativa di giovani che - secondo De Matteo - possa rivalutare tale preziosità».
LA REPLICA DEL COMUNE - Da Palazzo di Città fanno sapere di non essersi mai disinteressati a tale patrimonio, come prova un ampio carteggio tra l'Ente di piazza Vittorio Emanuele II, la Città Metropolitana e la Soprintendenza Archivistica, e che nel 2015 è stata effettuata una pulizia ampia dei locali interessati. Inoltre il Comune di Giovinazzo ricorda di aver più volte sollecitato la Città Metropolitana ad individuare, in accordo con la stessa Soprintendenza, locali più idonei alla conservazione libraria.
Nel febbraio dello scorso anno, quest'ultima ha giudicato idonei due locali al piano terra dell'IVE, ma, fanno sapere dal Comune, «il delegato De Matteo non ha proceduto ad autorizzare il Comune di Giovinazzo allo spostamento del materiale archivistico».
Ne è scaturita una fitta corrispondenza col Settore Patrimonio della Città Metropolitana (Depalma aveva anche chiesto incontro con Decaro, ndr), che ha risposto nel febbraio 2016, ribadendo che i locali dove ricollocare quel prezioso patrimonio sono quelli di pertinenza comunale. Il Comune, in ogni caso, «vista la preziosità storica dell'archivio e la stretta relazione tra esso e la storia del Vittorio Emanuele II, considerata la vastità dell'Istituto (circa 20mila mq) e il parere della Soprintendenza, ha sempre ritenuto scontato e quasi inevitabile che la giusta collocazione dell'archivio fosse l'Istituto stesso».
L'Amministrazione comunale di Giovinazzo fa anche sapere che i locali IVE sono di competenza della stessa Città Metropolitana e che, quindi, la loro manutenzione doveva essere oggetto di interventi programmati dal Delegato in accordo col Sindaco metropolitano.
LE DICHIARAZIONI DI TOMMASO DEPALMA - «Quanto detto testimonia l'impegno sempre profuso dal Comune per trovare una soluzione alla collocazione dell'archivio. Ciò a fronte, viceversa - è il parere del Sindaco -, di un elefantiaco modo di procedere della Città Metropolitana, un modus operandi peraltro già riscontrato in altre situazioni. Ma visto e considerato l'interesse del Comune alla salvaguardia del patrimonio storico e culturale della città, colgo l'occasione per comunicare che l'archivio dell'IVE sarà recuperato da noi e trasferito in altri immobili di nostra proprietà. Resta il rammarico nel vedere che una struttura dalle enormi potenzialità - precisa - non riesca a trovare una sua vocazione che abbia un forte impatto non solo locale ma anche metropolitano e regionale. Una vocazione alla quale, come Comune, stiamo lavorando, avendo promosso un incontro nel merito con il Presidente Michele Emiliano e il Sindaco metropolitano Antonio Decaro».