Apre l'Eurospar. Colaprice: «Gli iper danneggiano il piccolo commercio»
I Giovani Comuniste/i sostengono «un'idea di sviluppo e di commercio diverso»
giovedì 21 gennaio 2016
10.19
Era scontato che potesse avere un forte impatto sull'intero settore. L'apertura del nuovo supermercato Eurospar, sito in via Bari, se da un lato offre all'utenza giovinazzese un servizio "omnibus" presente ormai in quasi tutte le realtà italiane, dall'altro rischia di tradursi nel colpo di grazia per i piccoli negozi, già alle prese con una crisi senza fine.
«Su una superficie di vendita di 1.400 metri quadrati circa, - si legge sul sito www.mydespar.it - l'Eurospar proporrà un assortimento orientato alle necessità quotidiane, con un'offerta di ben circa 9.000 referenze alimentari e non, focalizzata sui prodotti freschi e freschissimi. All'interno del negozio ci saranno i reparti macelleria, ortofrutta, pescheria, panetteria, gastronomia calda, surgelati oltre ad un ampio spazio dedicato al take away di carni e salumi confezionati». Insomma non un normale supermercato, ma un vero e proprio negozio di prodotti di qualità.
Ma se da una parte si creeranno posti di lavoro e nuove assunzioni c'è anche l'altro rovescio della medaglia. Quello cioè legato ai piccoli negozi che si vedranno attaccare dalla grande distribuzione. Un aspetto di non poco conto che ha scatenato qualche polemica. Per la verità, più dai partiti politici che dalla base dei commercianti giovinazzesi e dalle organizzazioni di categoria che, fino ad oggi, non si sono ancora esposte sul tema.
«Dal febbraio 2015, - scrive Vincenzo Colaprice, coordinatore provinciale dei Giovani Comuniste/i - tanto come Giovani Comuniste/i, quanto come Partito della Rifondazione Comunista, abbiamo seguito l'evolversi della vertenza dei lavoratori e delle lavoratrici della Coop, in lotta per il rinnovo del contratto e per evitare esternalizzazioni e mobilità. Nell'arco di quest'anno, affiancando e sostenendo materialmente i lavoratori, abbiamo avuto la possibilità di maturare diverse riflessioni in merito all'apertura degli ipermercati e l'occasione di farlo nuovamente si ripropone adesso con l'apertura dell'Eurospar di via Bari.
Partiamo da un presupposto fondamentale: oggi è un imperativo difendere e produrre posti di lavoro, per cui l'apertura di un ipermercato consente chiaramente di creare nuova occupazione, un fatto senza dubbio positivo. Ma sarebbe opportuno anche avanzare delle riflessioni critiche. Partiamo dalle condizioni di lavoro alle quali sono sottoposti i dipendenti, dalle aperture durante i giorni festivi e durante le festività alle eccessive ore di straordinario, all'insegna della tanto acclamata flessibilità.
Inoltre è necessario sottolineare come l'apertura di nuovi ipermercati e discount danneggi fortemente i piccoli esercenti, che con le loro attività mantengono in vita i centri e l'economia cittadina. Ma non solo, l'apertura di un nuovo ipermercato significa rischiare la desertificazione dei centri urbani e continuare con il consumo e la cementificazione del suolo».
Ma la vera questione è: come possono i piccoli esercenti reggere l'onda d'urto di ipermercati e catene commerciali? «Noi Giovani Comuniste/i - risponde Colaprice - sosteniamo piuttosto maggiori diritti per le lavoratrici e i lavoratori, nonché un'idea di sviluppo e di commercio diverso, che sostenga le piccole attività e prevenga l'azzeramento del piccolo commercio urbano».
«Non è un caso - aggiunge - se recenti rapporti della Confcommercio hanno delineato il settore delle piccole attività commerciali come quello che di più sta soffrendo la crisi economica, un settore in via di "proletarizzazione". Ci sembrano riflessioni importanti da segnalare, pur confidando nel massimo impegno da parte delle autorità locali nel salvaguardare prima di tutto gli interessi dei cittadini e di chi lavora».
«Su una superficie di vendita di 1.400 metri quadrati circa, - si legge sul sito www.mydespar.it - l'Eurospar proporrà un assortimento orientato alle necessità quotidiane, con un'offerta di ben circa 9.000 referenze alimentari e non, focalizzata sui prodotti freschi e freschissimi. All'interno del negozio ci saranno i reparti macelleria, ortofrutta, pescheria, panetteria, gastronomia calda, surgelati oltre ad un ampio spazio dedicato al take away di carni e salumi confezionati». Insomma non un normale supermercato, ma un vero e proprio negozio di prodotti di qualità.
Ma se da una parte si creeranno posti di lavoro e nuove assunzioni c'è anche l'altro rovescio della medaglia. Quello cioè legato ai piccoli negozi che si vedranno attaccare dalla grande distribuzione. Un aspetto di non poco conto che ha scatenato qualche polemica. Per la verità, più dai partiti politici che dalla base dei commercianti giovinazzesi e dalle organizzazioni di categoria che, fino ad oggi, non si sono ancora esposte sul tema.
«Dal febbraio 2015, - scrive Vincenzo Colaprice, coordinatore provinciale dei Giovani Comuniste/i - tanto come Giovani Comuniste/i, quanto come Partito della Rifondazione Comunista, abbiamo seguito l'evolversi della vertenza dei lavoratori e delle lavoratrici della Coop, in lotta per il rinnovo del contratto e per evitare esternalizzazioni e mobilità. Nell'arco di quest'anno, affiancando e sostenendo materialmente i lavoratori, abbiamo avuto la possibilità di maturare diverse riflessioni in merito all'apertura degli ipermercati e l'occasione di farlo nuovamente si ripropone adesso con l'apertura dell'Eurospar di via Bari.
Partiamo da un presupposto fondamentale: oggi è un imperativo difendere e produrre posti di lavoro, per cui l'apertura di un ipermercato consente chiaramente di creare nuova occupazione, un fatto senza dubbio positivo. Ma sarebbe opportuno anche avanzare delle riflessioni critiche. Partiamo dalle condizioni di lavoro alle quali sono sottoposti i dipendenti, dalle aperture durante i giorni festivi e durante le festività alle eccessive ore di straordinario, all'insegna della tanto acclamata flessibilità.
Inoltre è necessario sottolineare come l'apertura di nuovi ipermercati e discount danneggi fortemente i piccoli esercenti, che con le loro attività mantengono in vita i centri e l'economia cittadina. Ma non solo, l'apertura di un nuovo ipermercato significa rischiare la desertificazione dei centri urbani e continuare con il consumo e la cementificazione del suolo».
Ma la vera questione è: come possono i piccoli esercenti reggere l'onda d'urto di ipermercati e catene commerciali? «Noi Giovani Comuniste/i - risponde Colaprice - sosteniamo piuttosto maggiori diritti per le lavoratrici e i lavoratori, nonché un'idea di sviluppo e di commercio diverso, che sostenga le piccole attività e prevenga l'azzeramento del piccolo commercio urbano».
«Non è un caso - aggiunge - se recenti rapporti della Confcommercio hanno delineato il settore delle piccole attività commerciali come quello che di più sta soffrendo la crisi economica, un settore in via di "proletarizzazione". Ci sembrano riflessioni importanti da segnalare, pur confidando nel massimo impegno da parte delle autorità locali nel salvaguardare prima di tutto gli interessi dei cittadini e di chi lavora».