Approvazione del Bilancio di previsione: il PD attacca

In esclusiva il documento consegnato al Presidente del Consiglio Comunale

giovedì 16 giugno 2016 13.40
A cura di Gianluca Battista
Un documento con cui ribadire la propria distanza dall'operato dell'Amministrazione e rendere noto alla cittadinanza la propria posizione. I consiglieri del Partito Democratico, Gianni Camporeale, Lia Dagostino e Mimmo Stufano, coadiuvati nella loro azione da Vincenzo D'Amato del Gruppo Misto, durante l'ultimo Consiglio Comunale hanno lanciato il loro atto di accusa verso gli amministratori.

In esclusiva vi riportiamo alcuni passaggi di quel documento rimasto agli atti, non prima di aver sottolineato come Gianni Camporeale ci abbia detto: «È passata l'idea di un nostro abbandono dell'Aula senza motivazioni. In realtà - ha spiegato - quella sera si è passati subito all'ordine del giorno, senza discutere quel nostro documento. Solo allora abbiamo ritenuto giusto lasciare Palazzo di Città in segno di forte protesta». D'accordo con lui Vincenzo D'Amato, ex schittulliano, che ha voluto rimarcare: «Spesso non si ha voglia di discutere nel merito di quanto da noi presentato e mi rendo conto che qualcuno in maggioranza non sia in grado, a mio avviso, di comprendere i vari passaggi amministrativi che questi atti comporterebbero».

Nel documento, entrando nel vivo, è scritto: «I sottoscritti consiglieri Consiglia Dagostino, Cosmo Damiano Stufano, Giovanni Camporeale e Vincenzo D'Amato, denunciano quanto segue con riferimento alla presente seduta di Consiglio Comunale chiamata ad approvare (anche) il Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2016.
L'approvazione del Bilancio di previsione - spiegano - è di norma un momento fondamentale se non addirittura il più importante della vita amministrativa di ogni paese, perché con questo documento contabile vengono tradotti in numeri e quindi resi concreti, gli impegni astratti assunti dalla maggioranza con la cittadinanza rendendo manifesti i costi di tali impegni ed i modi in cui intende coprirli. Per questa ragione l'approvazione del Bilancio di previsione è preceduta da un doveroso momento di riflessione che consenta a tutti i cittadini di prendere atto del contenuto di tale documento ed alle opposizioni, non solo di conoscerlo attentamente, ma anche di poterlo tempestivamente emendare come previsto dalla legge».

Il riferimento normativo, tra gli altri, è quello all'articolo 13 del Regolamento Comunale di Contabilità che stabilisce «che il Comune porta a conoscenza dei cittadini e degli organismi di partecipazione i contenuti significativi e caratteristici del bilancio annuale attraverso incontri e conferenze». Oltre a questo passaggio, i consiglieri Dem e Vincenzo D'Amato fanno riferimento anche all'art 174 del Testo Unico degli Enti Locali, che sollecita i comuni a redigere il documento programmatico entro il 15 novembre di ogni anno.

Gli scriventi accusano quindi l'Amministrazione di un ritardo notevole e sottolineano: «In sostanza, i Revisori dei Conti devono predisporre il parere da allegare obbligatoriamente allo schema di bilancio previsionale, almeno 45 giorni precedenti alla data di approvazione definitiva del bilancio stesso in Consiglio Comunale».

Quindi Stufano, Dagostino, Camporeale a D'Amato rappresentano il loro disagio ed elencano i vari passaggi che li hanno portati a questo passo:

«1) La Giunta ha approvato lo schema di bilancio annuale di previsione soltanto il 30/04/2016, ossia l'ultimo giorno utile fissato dalla legge per la sua approvazione. La sua pubblicazione sull'albo pretorio - che lo rende conoscibile - è avvenuta solo in data 30/05/2016: i 15 giorni per la sua consultazione non sono ad oggi ancora decorsi. Tutto ciò in violazione del citato art. 174 del TUEL.

2) Gli atti di Giunta sono stati – solo in parte - trasmessi ai Consiglieri Comunali il 26/05/2016 (giorno in cui è stato convocato il Consiglio Comunale) e, comunque privi del Parere dell'Organo di revisione. Tanto in violazione sempre dell'art. 174 del TUEL oltre che degli artt. 10 della L 175/1970 e 11 del D. Lgs.vo 118/2011 che considerano la suddetta Relazione dei Revisori allegato essenziale dello schema di bilancio di previsione.

3) I Revisori dei Conti hanno ricevuto gli schemi di Bilancio di previsione del 2016 ed i relativi allegati obbligatori, insieme al DUP, in data 01/06/2016, e hanno prodotto il relativo parere in data 11/06/2016. Lo stesso parere è stato trasmesso ai consiglieri comunali nel tardo pomeriggio di sabato 11/06/2016, cioè poco meno di 48 ore prima del Consiglio Comunale. Ciò sempre in aperta violazione della normativa innanzi riportata ed in specie dell'art. 16 comma 1 della L. 175/1970.

4) Gli stessi Revisori hanno evidenziato:
- Di aver avuto pochissimo tempo per 1'efficace redazione del loro parere;
- Di aver più volte invitato l'amministrazione ad adempiere;
- Che il Consiglio Comunale nell'esaminare e discutere il D.U.P. (Documento
Unico di Programmazione), può deliberare "integrazioni e modifiche del documento stesso, che costituiscono un atto di indirizzo politico del Consiglio Comunale", cioè non solo della maggioranza, ma un indirizzo politico dell'intero Consiglio Comunale nei confronti della Giunta, ai fini della predisposizione degli atti consequenziali.

Solo parte delle proposte di deliberazione del Consiglio Comunale è stata messa a disposizione dei consiglieri comunali in data 26/05/2016. Le proposte di delibera consiliare attinenti al DUP triennale, al Bilancio di previsione ed al Rendiconto di gestione sono stati trasmessi anch'essi nel tardo pomeriggio di sabato 11/06/2016».

Quindi l'affondo: «Gli scriventi consiglieri, insomma, ancora una volta non sono stati messi nella materiale possibilità di esaminare per tempo e come loro diritto, tutta la documentazione che compone il bilancio. Peraltro, gli stessi sono consapevoli che, avendo il Prefetto di Bari diffidato il Consiglio Comunale ad approvare il rendiconto di gestione e il Bilancio previsionale entro il termine di venti giorni dalla notifica della diffida stessa ai singoli consiglieri (avvenuta il 24/05/2016) ed essendo stato convocato l'odierno (il 13 giugno scorso, ndr) Consiglio Comunale proprio nell'ultimo giorno utile, non è nemmeno loro possibile chiedere un rinvio per la discussione dei temi posti all'ordine del giorno».

«Peraltro, si evidenzia, che mai - rivendicano -, nelle passate Amministrazioni di questa nostra città, si è approvato un bilancio di gestione o di previsione, oltre i termini previsti dalla legge; nella fattispecie oltre il 30/04/2016».

La condotta degli amministratori viene quindi definita «priva di buon senso» e nel documento consegnato al Presidente, Vito Favuzzi, si sottolinea anche «la fretta nell'approvazione di tali documenti importanti, rischia, peraltro di condurre ad errori, i cui effetti ricadranno sulla cittadinanza». A tal proposito vengono quindi citate quelle che per i Democratici sono anomalie nel calcolo dell'IMU e della TARI.

In particolare, su quest'ultima, il PD e D'Amato si soffermano e scrivono: «premesso che nella seduta del Consiglio Comunale del 30 aprile 2016, i consiglieri di maggioranza, nella modulazione delle tariffe dell'anno 2016, hanno ritenuto opportuno operare, in attuazione di quanto previsto dall'art. 14, comma 4, del vigente Regolamento per la disciplina della Tassa sui Rifiuti (TARI), una riduzione del 6,76 per cento per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche (pari al 50 per cento della percentuale globale di raccolta differenziata ottenuta nel 2015, ossia del 13,53 per cento); sono state riscontrate incongruenze nel calcolo della ripartizione dei costi della parte variabile per le utenze domestiche e non domestiche.

Invero, il totale dei costi variabili, proporzionali ai rifiuti conferiti e al servizio effettivamente fornito, è di euro 2.400.090,15. La ripartizione dei costi è eseguita rispetto alla quantità di rifiuti prodotti e, per le utenze domestiche è di euro 1.985.114,56, rispetto a euro 414.975,59 delle utenze non domestiche. Dunque, in conformità dell'articolo 14 di cui sopra, si ha che il 6,76 per cento di euro 1.985.114,56 equivale a euro 134.193,75. Ne deriva che il costo complessivo da utilizzare per il calcolo della parte variabile delle tariffe domestiche deve essere di euro 1.850.920,81 e per sottrazione, la parte non domestica di euro 549.169,34.

Invece nel piano finanziario TARI approvato lo stesso 30 aprile scorso, il calcolo della percentuale del 6,76 per cento anziché sulla parte variabile riferita alle utenze domestiche è stato eseguito sul totale dei costi variabili. Infatti, in delibera è riportato come incentivo alla raccolta differenziata euro 162.246,09 che equivale al 6,76 per cento del totale dei costi variabili di euro 2.400.090,15. La ripartizione dei costi erroneamente risulta di euro 1.822.868,47 per le utenze domestiche e di euro 577.221,68 per le utenze non domestiche, con una differenza a favore delle utenze domestiche di euro 28.057,34. Un errore macroscopico - è la chiosa - e facilmente individuabile che va a falsare il calcolo delle tariffe in maniera minima, ma essenziale per invalidarle».

I consiglieri che hanno abbandonato l'Aula Consiliare lunedì scorso, chiedono quindi una correzione in autotutela di quelle tariffe.

Questo il lungo sunto di quelle cinque pagine. Un "j'accuse" importante a cui l'assessore Antonia Pansini, il sindaco Tommaso Depalma ed i dirigenti potranno rispondere nei medesimi spazi, se lo riterranno opportuno.