«Appalti truccati per 2,2 milioni di euro»: chiusa l'inchiesta su Lerario e Illuzzi
Contestata l’accusa di concorso in corruzione: notificato ad entrambi l'avviso di conclusione delle indagini
sabato 22 luglio 2023
9.30
L'ex dirigente Mario Lerario avrebbe incassato due tangenti da 35mila euro a fronte di appalti per 2,2 milioni di euro affidati alle ditte riconducibili all'imprenditore Antonio Illuzzi. È per questo che ad entrambi viene contestato il concorso in corruzione in un avviso di conclusione delle indagini dell'aggiunto Alessio Coccioli.
La vicenda è nota perché il 9 febbraio scorso portò alla esecuzione di due misure cautelari (arresti domiciliari) nei confronti di Illuzzi, imprenditore di Giovinazzo, e dell'ex funzionario Mercurio. L'accusa aveva chiesto lo stesso trattamento anche per Lerario, ma il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Anna Perrelli, non lo ritenne necessario sia perché l'ex dirigente è già ristretto in casa da Natale 2021, sia perché non è più dipendente regionale (così come Mercurio).
La novità rispetto alla misura cautelare è la riformulazione del capo d'accusa, in cui si conferma che Mercurio non avrebbe materialmente ottenuto soldi da Illuzzi per firmare atti (gli affidamenti) ritenuti contrari ai doveri di ufficio, ma non avrebbe potuto non sapere che il suo capo Lerario otteneva denaro dall'imprenditore in cambio d'un trattamento favorevole: circostanza quest'ultima (la consapevolezza delle tangenti prese da Lerario, documentate) che Mercurio ha sempre negato.
In tutto, secondo le indagini, Illuzzi avrebbe ottenuto 13 affidamenti tra il 2019 e il 2021, con un abuso - da parte dell'Economato guidato da Lerario - delle norme in materia di somma urgenza, con lo spacchettamento degli interventi per evitare l'obbligo di gara e con la liquidazione di somme superiori agli impegni di spesa.
La vicenda è nota perché il 9 febbraio scorso portò alla esecuzione di due misure cautelari (arresti domiciliari) nei confronti di Illuzzi, imprenditore di Giovinazzo, e dell'ex funzionario Mercurio. L'accusa aveva chiesto lo stesso trattamento anche per Lerario, ma il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Anna Perrelli, non lo ritenne necessario sia perché l'ex dirigente è già ristretto in casa da Natale 2021, sia perché non è più dipendente regionale (così come Mercurio).
La novità rispetto alla misura cautelare è la riformulazione del capo d'accusa, in cui si conferma che Mercurio non avrebbe materialmente ottenuto soldi da Illuzzi per firmare atti (gli affidamenti) ritenuti contrari ai doveri di ufficio, ma non avrebbe potuto non sapere che il suo capo Lerario otteneva denaro dall'imprenditore in cambio d'un trattamento favorevole: circostanza quest'ultima (la consapevolezza delle tangenti prese da Lerario, documentate) che Mercurio ha sempre negato.
In tutto, secondo le indagini, Illuzzi avrebbe ottenuto 13 affidamenti tra il 2019 e il 2021, con un abuso - da parte dell'Economato guidato da Lerario - delle norme in materia di somma urgenza, con lo spacchettamento degli interventi per evitare l'obbligo di gara e con la liquidazione di somme superiori agli impegni di spesa.