Antonello Natalicchio: «Dobbiamo risalire dal pozzo in cui Depalma ci ha gettati»

Ultimo discorso pubblico prima del voto di domani per il professore

sabato 10 giugno 2017 08.00
«Noi abbiamo amministrato per dieci anni e per dieci anni abbiamo dato servizi e opere a questa città». Gonfia il petto Antonello Natalicchio, già Sindaco di Giovinazzo dal 2002 al 2012, nel comizio di chiusura andato in scena ieri sera.

«Abbiamo recuperato il mercato ortofrutticolo che è diventato il centro Anthropos, - ha elencato - abbiamo recuperato il parco Scianatico, abbiamo recuperato la Villa e costruito parchi gioco, abbiamo ristrutturato le scuole e le abbiamo messe a norma, abbiamo costruito l'area mercatale, la piscina comunale, nuove palestre comunali, abbiamo dato a questa città nuove infrastrutture come il sottovia di via Bitonto e il completamento della fogna bianca e di quella nera.

Abbiamo dato nuovi servizi sociali - ha ricordato ancora Natalicchio - contrastando la criminalità e diffondendo la cultura della legalità. Abbiamo imposto alla Puglia intera - ha proseguito - il primo impianto di biostabilizzazione perché abbiamo imposto una politica dei rifiuti, abbiamo portato il Lugo Terminal a Giovinazzo, abbiamo progettato la zona di espansione oltre la ferrovia, abbiamo costruito le zone artigianali, non soltanto la D1.1, ma anche la D1.3».

Poi un passaggio su cultura e destagionalizzazione degli eventi: «Abbiamo curato cartelloni culturali - ha detto ancora Natalichio -, avvalendoci delle energie delle associazioni, abbiamo fatto crescere il "Giovinazzo Rock Festival", abbiamo curato il risparmio tenendo ferme le tasse per dieci anni, abbiamo tutelato la filiera turistica. E gran parte di queste cose sono state fatte quando io ero a Novara perché io a Novara sono stato dal 1 settembre 2008 al 30 giugno 2010, nemmeno due anni. E in quei due anni ho sempre garantito la mia presenza».

«In quegli anni sono stati presi i finanziamenti per i due lungomari - ha ribadito il professore -, su cui Depalma ha centinaia ha tagliato centinaia di chilometri di nastri di inaugurazioni. Voi siete vittime di una leggenda nera, quella leggenda nera che è stata raccontata su di me per 12 anni, da un oscuro personaggio che ha fatto il disastro di questa città, raccontando menzogne. Attenzione - è il monito -, perché al ballottaggio si avvicineranno molte sirene, attenzione a quelli che c'avete dentro, che hanno avuto un solo bersaglio: Antonello Natalicchio e la sua coalizione».

Ed ancora, un attacco frontale al suo antagonista principale: «Depalma l'abbiamo aspettato per un'intera campagna elettorale su questo palco - lo ha quasi sfidato Natalicchio -, ma se n'è scappato. Io sono rimasto qui ad aspettarlo, perché senza la claque, senza il cellulare e gli aiutini fuori campo non vale niente. Ci lascia una TARI aumentata del 250%, ci lascia la peggiore tassazione di tutta la Puglia, ci lascia opere pubbliche ricevute chiavi in mano dalla passata Amministrazione che lui è riuscito a rovinare costruendo solo contenziosi.

Le sue opere pubbliche - ha ironizzato - sono rappresentate dalla ciclopedonale, un'infrastruttura illegale e pericolosa. Ci lascia 36 milioni, i soldi che secondo lui Daneco tiene in tasca. Tutto si è fermato con Depalma e quando se ne andrà non bisognerà ricominciare daccapo, ma bisognerà tentare di risalire dal pozzo profondissimo in cui ci ha gettato».

Una città da rimettere in cammino, con uffici comunali che funzionino, con scelte che valorizzino il tratto costiero, con un nuovo PUG che porti un turismo sostenibile tutto l'anno.

Sulla nascente Casa della Salute, Natalicchio ha invece sottolineato la necessità non di «muri e titoli dati, ma di attrezzature e personale e la Asl non ha né soldi per le prime né soldi per il personale. Il buon Tom, quindi, sta vendendo una bufala».

Sul finire Antonello Natalicchio ha ricordato che Michele Emiliano, Governatore regionale, la cui amicizia Depalma vanta, «non è salito su questo palco perché non aveva tempo da perdere».

Finale dedicato ad una stampa che per Natalicchio sarebbe stata complice di un'Amministrazione esistente sulle carte e non nella realtà e al suo percorso politico e di vita, ritenuto lineare, sempre ed orgogliosamente dalla stessa parte.

Rivendica, Antonello, la volontà di stare dalla parte dei più deboli, di dare «pane ma anche rose» ad una società avvolta, schiacciata da solitudine figlia di individualismo. Rivendica il suo ruolo di sinistra autentica e chiede un voto domani per far tornare una nuova estate a Giovinazzo.