Antonella Laricchia chiede l'accesso agli atti relativi alla ciclovia

Richiesta formale presentata l'11 novembre scorso

giovedì 17 novembre 2016 05.30
A cura di Gianluca Battista
La Consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Antonella Laricchia, l'11 novembre scorso ha presentato al Comune di Giovinazzo la richiesta di accesso agli atti documentali relativi alla ciclovia che collegherà Giovinazzo a Santo Spirito.

Dal nuovo Meetup 5 Stelle commentano così questa decisione: «È una ciclovia che si snoda per 5 chilometri e 400 metri ed è un'opera, finanziata con Fondo Europeo di Sviluppo Regionale - FESR 2007-2013, per un importo di 900.000 euro (doveva essere ultimata entro il 2015 ma, ad oggi, ancora chiusa all'utenza)».

Secondo i pentastellati giovinazzesi del gruppo riconducibile al nuovo Meetup, «Oltre a prevedere il piano viabile per le biciclette, i cordoli di protezione, i marciapiedi, l'illuminazione lungo l'intero percorso, il progetto doveva prevedere, secondo il Codice della Strada (D. Lgs. 30 aprile 1992 n. 285 e succ. agg.), la segnaletica orizzontale di delimitazione della banchina stradale, a ridosso del cordolo di protezione della pista, di almeno 0,50 metri.

Cosa - asseriscono nella missiva - che non è stata rispettata (la striscia bianca di delimitazione è stata posta, infatti, in adiacenza al cordolo per cui la larghezza della banchina è stata, di fatto, azzerata) per non porre fuori norma, a sua volta, la larghezza delle due corsie di marcia (già al minimo e pari a circa 3,25 metri e che, invero, dovevano essere di 3,50 metri trattandosi di strada urbana principale di scorrimento, percorsa, oltre che da traffico pesante, da autobus di linea, nei due sensi di marcia: D.M. 5 novembre 2001, paragrafo 3.6, Tab. 3.4.a).

Dall'altra parte della sede stradale - continua la nota -, larga non più di 5,00 m (2,50 metri per corsia, cioè minore anche di 2,75 metri, previsti per strade urbane di servizio), non sussistono possibilità di allargamento, rendendo la stessa oltre che non a norma, soprattutto pericolosa (nei due punti di attraversamento, della stessa, nelle vicinanze dell'ex Lido Lucciola e del ristorante Toruccio, non sono stati posti neanche dei dossi artificiali, rallentatori di velocità, ai sensi dell'art. 179 del CdS, commi 4 e 5)».

In chiusura il Meetup sostiene che «Il progettista era tenuto a rispettare questi valori minimi, per non incappare in sanzioni legali, ma era anche tenuto ad aumentarli in situazioni che richiedono, come quello in fattispecie, valori maggiori delle summenzionate grandezze».