Anffas, un altarino per la solidarietà
Quando l'amore per le tradizioni diventa amore per gli altri
venerdì 20 marzo 2015
03.01
«Ave o Giuseppe, Uomo giusto, Sposo verginale di Maria e Padre verginale di Gesù: Tu sei Benedetto fra gli uomini e Benedetto è il Figlio di Dio che a Te fu affidato, Gesù. San Giuseppe, Padre della grande famiglia dei figli di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte».
Recitava così una preghiera antica, ripetuta dai nostri avi durante la giornata del 19 marzo. La piccola statua di San Giuseppe, con il Bambin Gesù in braccio ed un giglio in mano, simbolo di purezza, sono entrati a far parte della tradizione della nostra cittadina, così come gli altarini addobbati che li accompagnano e di cui vi raccontiamo diffusamente in un altro articolo accompagnato da una fotogallery.
Tra di essi, di particolare rilevanza sociale è sicuramente quello allestito dall'associazione Anffas, che si occupa di disabilità, nella sua confortevole sede di via Giuliodibari n. 13, guidata dalla sua fondazione da un padre premuroso e affezionato come Michele Lasorsa, attento e sensibile verso tutti i ragazzi e le loro famiglie.
«È appagante - ci ha detto - riscoprire come, nonostante i mille cambiamenti della società, esista ancora chi crede in questi valori, contribuendo a mantenere ben solide le nostre radici. Noi dell'Anffas - ha precisato - per il nostro altarino dobbiamo ringraziare Mario Minervini, che dal 2004 contribuisce alla realizzazione con grande rispetto verso la tradizione».
L'allestimento dei piccoli altari votivi, però, presso l'Anfass coinvolge anche gli utenti, in una giornata da ricordare: «Le famiglie dei ragazzi con disabilità, iscritte alla nostra associazione - ha raccontato Lasorsa - allestiscono un altarino addobbato ogni anno in modo semplice e diverso, con fiori freschi e rose in cartapesta realizzate dagli stessi ragazzi durante le attività di laboratorio. Nel primo pomeriggio - ha proseguito - il sacerdote benedice il pane, i tarallini e i cuoricini fatti di pasta di pane, che successivamente vengono distribuiti ai fedeli che visitano, durante tutta la serata, l'altarino. Nelle ore che seguono giunge la benedizione ai fedeli, i quali recitano rosario e preghiere».
L'Anffas, nel suo essere una grande comunità solidale, anche in questa occasione ha raggiunto a pieno la finalità di aprirsi al territorio e di condividere con l'intera comunità locale un momento che rende omaggio ad un'antica tradizione. Credere in quelli che sono i valori tramandati dai tempi passati e rispettarli di anno in anno acquista così un forte significato, spronando le giovani generazione a proseguire su questa strada.
Recitava così una preghiera antica, ripetuta dai nostri avi durante la giornata del 19 marzo. La piccola statua di San Giuseppe, con il Bambin Gesù in braccio ed un giglio in mano, simbolo di purezza, sono entrati a far parte della tradizione della nostra cittadina, così come gli altarini addobbati che li accompagnano e di cui vi raccontiamo diffusamente in un altro articolo accompagnato da una fotogallery.
Tra di essi, di particolare rilevanza sociale è sicuramente quello allestito dall'associazione Anffas, che si occupa di disabilità, nella sua confortevole sede di via Giuliodibari n. 13, guidata dalla sua fondazione da un padre premuroso e affezionato come Michele Lasorsa, attento e sensibile verso tutti i ragazzi e le loro famiglie.
«È appagante - ci ha detto - riscoprire come, nonostante i mille cambiamenti della società, esista ancora chi crede in questi valori, contribuendo a mantenere ben solide le nostre radici. Noi dell'Anffas - ha precisato - per il nostro altarino dobbiamo ringraziare Mario Minervini, che dal 2004 contribuisce alla realizzazione con grande rispetto verso la tradizione».
L'allestimento dei piccoli altari votivi, però, presso l'Anfass coinvolge anche gli utenti, in una giornata da ricordare: «Le famiglie dei ragazzi con disabilità, iscritte alla nostra associazione - ha raccontato Lasorsa - allestiscono un altarino addobbato ogni anno in modo semplice e diverso, con fiori freschi e rose in cartapesta realizzate dagli stessi ragazzi durante le attività di laboratorio. Nel primo pomeriggio - ha proseguito - il sacerdote benedice il pane, i tarallini e i cuoricini fatti di pasta di pane, che successivamente vengono distribuiti ai fedeli che visitano, durante tutta la serata, l'altarino. Nelle ore che seguono giunge la benedizione ai fedeli, i quali recitano rosario e preghiere».
L'Anffas, nel suo essere una grande comunità solidale, anche in questa occasione ha raggiunto a pieno la finalità di aprirsi al territorio e di condividere con l'intera comunità locale un momento che rende omaggio ad un'antica tradizione. Credere in quelli che sono i valori tramandati dai tempi passati e rispettarli di anno in anno acquista così un forte significato, spronando le giovani generazione a proseguire su questa strada.