Anche l’assessorato alla Cultura a Marianna Paladino
Scopriamo insieme i suoi primi progetti per Giovinazzo
martedì 28 ottobre 2014
15.36
Parole d'ordine: umiltà e lavoro. Marianna Paladino, neo assessore alla Cultura ed al Turismo del Comune di Giovinazzo ha le idee chiare. Bisogna rimboccarsi le maniche, cercando di lavorare con passione e lungimiranza per un territorio che la 31enne giovinazzese conosce bene.
Conosce per aver fatto da guida, per una laurea in Storia dell'Arte che la rende competente nel settore, per una passione infinita per tutto ciò che riguarda i beni culturali ed architettonici. «Sto solo ora iniziando a leggere, studiare e verificare una mole imponente di atti, di prospettive e progetti in cantiere – ci ha detto –, ma posso sin d'ora dirvi che non faccio promesse. Cercherò solo di lavorare, testa bassa, lavorare e basta». Poi un'ammissione ed un atto di grande umiltà al tempo stesso: «impossibile pensare di entrare nella macchina burocratica e conoscerne gli ingranaggi sin dal principio– ha precisato -. Con me avrò persone capaci ed in grado di indirizzare la mia azione nel primissimo periodo del mio mandato. Per questo è importante fare gruppo, portare un'intera squadra a fare il suo meglio per questa cittadina». Le priorità restano quelle già conosciute da chi mastica di turismo e cultura: far sistema, creare una rete con le associazioni di settore, unire e non dividere più teste e poi «è essenziale tenere aperti i nostri gioielli del centro storico, palazzi nobiliari e chiesette confraternali, così come programmare una destagionalizzazione del turismo. Voglio – ha sottolineato davanti ai nostri taccuini – dare un segnale importante incontrando le associazioni del territorio. Dobbiamo poter programmare una comunicazione più efficace, che avvicini ed implementi il turismo qualitativamente più elevato, quello interessato al nostro patrimonio artistico».
Qualche polemica sterile inizia già a seguirla, come è d'uopo in Italia per chiunque ricopra un incarico pubblico, ed a Giovinazzo in particolare. Ma lei non se ne cura ed invece si rivolge alla stampa locale: «da me avrete sempre assoluta trasparenza nella mia azione. Ed ho voglia di un confronto a trecentosessanta gradi. Criticatemi e fatelo costruttivamente quando ce ne sarà bisogno – ci ha sorriso - cercando insieme di portare qualcosa di nuovo ad una realtà che amo tanto e che ho deciso di non abbandonare». A lei, figlia di un sud che spesso respinge i suoi figli, portandoli lontani da casa, l'augurio di divenire un vero riferimento per i tanti giovani laureati che cercano di portare le loro competenze in un settore strategico della nostra economia, come quello legato al turismo culturale.
Conosce per aver fatto da guida, per una laurea in Storia dell'Arte che la rende competente nel settore, per una passione infinita per tutto ciò che riguarda i beni culturali ed architettonici. «Sto solo ora iniziando a leggere, studiare e verificare una mole imponente di atti, di prospettive e progetti in cantiere – ci ha detto –, ma posso sin d'ora dirvi che non faccio promesse. Cercherò solo di lavorare, testa bassa, lavorare e basta». Poi un'ammissione ed un atto di grande umiltà al tempo stesso: «impossibile pensare di entrare nella macchina burocratica e conoscerne gli ingranaggi sin dal principio– ha precisato -. Con me avrò persone capaci ed in grado di indirizzare la mia azione nel primissimo periodo del mio mandato. Per questo è importante fare gruppo, portare un'intera squadra a fare il suo meglio per questa cittadina». Le priorità restano quelle già conosciute da chi mastica di turismo e cultura: far sistema, creare una rete con le associazioni di settore, unire e non dividere più teste e poi «è essenziale tenere aperti i nostri gioielli del centro storico, palazzi nobiliari e chiesette confraternali, così come programmare una destagionalizzazione del turismo. Voglio – ha sottolineato davanti ai nostri taccuini – dare un segnale importante incontrando le associazioni del territorio. Dobbiamo poter programmare una comunicazione più efficace, che avvicini ed implementi il turismo qualitativamente più elevato, quello interessato al nostro patrimonio artistico».
Qualche polemica sterile inizia già a seguirla, come è d'uopo in Italia per chiunque ricopra un incarico pubblico, ed a Giovinazzo in particolare. Ma lei non se ne cura ed invece si rivolge alla stampa locale: «da me avrete sempre assoluta trasparenza nella mia azione. Ed ho voglia di un confronto a trecentosessanta gradi. Criticatemi e fatelo costruttivamente quando ce ne sarà bisogno – ci ha sorriso - cercando insieme di portare qualcosa di nuovo ad una realtà che amo tanto e che ho deciso di non abbandonare». A lei, figlia di un sud che spesso respinge i suoi figli, portandoli lontani da casa, l'augurio di divenire un vero riferimento per i tanti giovani laureati che cercano di portare le loro competenze in un settore strategico della nostra economia, come quello legato al turismo culturale.