Anche Giotti lascia il carcere: concessi gli arresti domiciliari
La decisione è del gip Galesi. L'uomo ha lasciato il penitenziario di Lecce dopo quasi 9 mesi
venerdì 12 marzo 2021
Gerardo Giotti va ai domiciliari. Dopo quasi 9 mesi di carcere, il 39enne ottiene gli arresti casalinghi. Si trovava nel penitenziario di Lecce dallo scorso 18 giugno, quando era stato arrestato nell'ambito di un'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia su due appuntati dell'Arma dei Carabinieri in servizio a Giovinazzo.
L'uomo, assistito dai legali Maurizio Masellis e Mario Mongelli, ambiva a ottenere i domiciliari. Li ha avuti ieri, quando ha incassato un provvedimento favorevole. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Marco Galesi, ritenendo attenuate le esigenze cautelari e condivisibile la richiesta difensiva, ha variato la misura della custodia in carcere con quella degli arresti casalinghi, che non sconterà a Giovinazzo, ma in una città dell'area metropolitana non troppo distante.
Giotti, accusato dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione in atti giudiziari, stando a quanto emerso dalle indagini a cura dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, sarebbe stato il gancio tra il referente del clan Di Cosola e i due graduati, i quali, in più occasioni, avrebbero ricevuto denaro e altre utilità per rivelare informazioni riservate, indicando i turni di servizio dei colleghi e gli orari in cui sarebbero avvenuti i controlli agli affiliati posti a misure coercitive.
La Procura della Repubblica di Bari, intanto, ha chiuso le indagini. Anche a Giotti, infatti, è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini in attesa di una più che probabile richiesta di rinvio a giudizio della stessa Procura. Solo allora si saprà se l'uomo, ai domiciliari, sceglierà il rito abbreviato o il dibattimento.
L'uomo, assistito dai legali Maurizio Masellis e Mario Mongelli, ambiva a ottenere i domiciliari. Li ha avuti ieri, quando ha incassato un provvedimento favorevole. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Marco Galesi, ritenendo attenuate le esigenze cautelari e condivisibile la richiesta difensiva, ha variato la misura della custodia in carcere con quella degli arresti casalinghi, che non sconterà a Giovinazzo, ma in una città dell'area metropolitana non troppo distante.
Giotti, accusato dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione in atti giudiziari, stando a quanto emerso dalle indagini a cura dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, sarebbe stato il gancio tra il referente del clan Di Cosola e i due graduati, i quali, in più occasioni, avrebbero ricevuto denaro e altre utilità per rivelare informazioni riservate, indicando i turni di servizio dei colleghi e gli orari in cui sarebbero avvenuti i controlli agli affiliati posti a misure coercitive.
La Procura della Repubblica di Bari, intanto, ha chiuso le indagini. Anche a Giotti, infatti, è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini in attesa di una più che probabile richiesta di rinvio a giudizio della stessa Procura. Solo allora si saprà se l'uomo, ai domiciliari, sceglierà il rito abbreviato o il dibattimento.