Amo e lenza killer. Tartaruga spiaggiata tra Giovinazzo e Molfetta
La caretta caretta, un maschio di circa 75 centimetri, aveva ancora una parte della lenza all'altezza della cloaca
martedì 8 ottobre 2024
9.47
Aveva ingerito un amo e una lenza, poi fuoriuscita dalla cloaca, la tartaruga caretta caretta trovata lungo la scogliera fra Giovinazzo e Molfetta, all'altezza del lido Le Mar Village. Ad accorgersi dell'animale, nei giorni scorsi, è stato un passante che ha allertato gli attivisti del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta.
Avvisata i militari della Capitaneria di Porto, intervenuti sul posto con la Polizia Locale e il veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, si è così provveduto al recupero della carcassa dell'animale - ancora una volta un esemplare adulto pronto per la riproduzione, un maschio di circa 75 centimetri di lunghezza carapace - sul quale saranno eseguiti analisi e accertamenti prima di essere smaltito. La morte, però, parrebbe esser avvenuta in maniera da lasciare spazio a pochi dubbi.
«La tartaruga - ha detto Pasquale Salvemini, referente del centro molfettese, intervenuto sul posto -, aveva ingerito un amo e una lenza e parte di quest'ultima era fuoriuscita dalla cloaca. Un mix atroce, per il povero animale, di sofferenza e di agonia molto lenta». Nel mare Adriatico, ogni anno, sono tantissime le testuggini, contrassegnate come specie protetta perché ormai in via di estinzione, che rimangono vittime della pesca: le reti a strascico e i palangari gli strumenti di morte.
«In questo caso - ha terminato - bastava tagliare la lenza all'altezza dell'amo per salvare questa tartaruga, mentre la lenza tagliata, di oltre 3 metri, è servita solo, come in questo caso, a causare una serie problematiche (gravi infezioni) all'esofago, allo stomaco e all'intestino dell'animale, portandolo purtroppo alla morte».
Avvisata i militari della Capitaneria di Porto, intervenuti sul posto con la Polizia Locale e il veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, si è così provveduto al recupero della carcassa dell'animale - ancora una volta un esemplare adulto pronto per la riproduzione, un maschio di circa 75 centimetri di lunghezza carapace - sul quale saranno eseguiti analisi e accertamenti prima di essere smaltito. La morte, però, parrebbe esser avvenuta in maniera da lasciare spazio a pochi dubbi.
«La tartaruga - ha detto Pasquale Salvemini, referente del centro molfettese, intervenuto sul posto -, aveva ingerito un amo e una lenza e parte di quest'ultima era fuoriuscita dalla cloaca. Un mix atroce, per il povero animale, di sofferenza e di agonia molto lenta». Nel mare Adriatico, ogni anno, sono tantissime le testuggini, contrassegnate come specie protetta perché ormai in via di estinzione, che rimangono vittime della pesca: le reti a strascico e i palangari gli strumenti di morte.
«In questo caso - ha terminato - bastava tagliare la lenza all'altezza dell'amo per salvare questa tartaruga, mentre la lenza tagliata, di oltre 3 metri, è servita solo, come in questo caso, a causare una serie problematiche (gravi infezioni) all'esofago, allo stomaco e all'intestino dell'animale, portandolo purtroppo alla morte».