Alla ricerca di una identità perduta
L’«Arac» si mette in gioco per il rilancio della città
giovedì 11 settembre 2014
14.08
«Quale è l'identità di Giovinazzo?» Se lo chiede l'«Arac», l'associazione che in città riunisce gli albergatori i ristoratori e i commercianti. «Non siamo più una cittadina industriale - affermano gli associati - non abbiamo più una spiccata vocazione agricola, né tantomeno marinara. Ci rimane il turismo. Ma qui dobbiamo lavorare molto oggi per raccogliere poi i frutti fra qualche anno».
Non è più tempo del turismo «mordi e fuggi», le città limitrofe ci hanno ormai superato per presenze e offerte ai visitatori, è ormai arrivato il momento di puntare sulla qualità. «Pensare al turismo – ribadiscono dall'Arac – significa pensare in questo senso. Significa che le amministrazioni comunali devono indirizzare il loro operato in tal senso. Non si possono prendere più provvedimenti che siano slegati da una visione complessiva della città. Non è più tempo di offrire a turisti e visitatori eventi fine a se stessi. È poco utile organizzare manifestazioni che possano attirare migliaia di persone se poi non abbiamo parcheggi sufficienti, non abbiamo alberghi che possano ospitare i visitatori. Ci mancano le infrastrutture». Un pensiero che l'associazione di categoria ha fatto proprio fino al punto di mettersi in gioco. «Giovinazzo ha una storia medioevale importante che aspetta di emergere - hanno affermato ancora -. Abbiamo produzioni di olio invidiabili che potrebbero essere il fulcro di un turismo legato alla gastronomia. Da questo bisognerebbe partire». Per questo l'«Arac», attualmente sono una trentina i soci, ha voluto organizzare in collaborazione con il «Gal Fior d'Olivi» una manifestazione che rientra in quel progetto che si chiama «Invasioni rurali» che coinvolge, insieme a Giovinazzo, anche le città di Bitonto e Terlizzi.
«Abbiamo organizzato per domenica una manifestazione che avrà come location piazza San Salvatore – affermano ancora – Il programma prevede l'allestimento di uno scenario medioevale proprio in quella piazza. Oltre alla simulazione di duelli in abiti medioevali, allestiremo scenari dove mostrare l'artigianato dell'epoca. Abbiamo anche coinvolto guide professionistiche che guideranno i visitatori attraverso i vicoli del centro storico. Guide capaci di mostrare angoli nascosti persino ai cittadini giovinazzesi. Esporremo il nostro olio d'oliva e avremo stand in cui mostreremo quei prodotti che sono resi preziosi proprio dal nostro olio. Ed infine faremo degustare il gelato prodotto proprio con l'oro verde». Tutto questo per invogliare il turista a tornare a Giovinazzo. «il nostro patrimonio storico e archeologico non ha nulla da invidiare ad altre città – hanno concluso gli associati dell'Arac – bisogna però saperlo promuovere».
Il riferimento è al Dolmen di San Silvestro, forse il più integro tra quelli presenti in Italia, un «antiquarium», che conserva importanti reperti archeologici che deve essere più fruibile. E poi le chiese del centro storico, ricche di storia e di arte che devono rimanere aperte per consentire al turista di poterle visitare. Ma questo è solo l'inizio.
Non è più tempo del turismo «mordi e fuggi», le città limitrofe ci hanno ormai superato per presenze e offerte ai visitatori, è ormai arrivato il momento di puntare sulla qualità. «Pensare al turismo – ribadiscono dall'Arac – significa pensare in questo senso. Significa che le amministrazioni comunali devono indirizzare il loro operato in tal senso. Non si possono prendere più provvedimenti che siano slegati da una visione complessiva della città. Non è più tempo di offrire a turisti e visitatori eventi fine a se stessi. È poco utile organizzare manifestazioni che possano attirare migliaia di persone se poi non abbiamo parcheggi sufficienti, non abbiamo alberghi che possano ospitare i visitatori. Ci mancano le infrastrutture». Un pensiero che l'associazione di categoria ha fatto proprio fino al punto di mettersi in gioco. «Giovinazzo ha una storia medioevale importante che aspetta di emergere - hanno affermato ancora -. Abbiamo produzioni di olio invidiabili che potrebbero essere il fulcro di un turismo legato alla gastronomia. Da questo bisognerebbe partire». Per questo l'«Arac», attualmente sono una trentina i soci, ha voluto organizzare in collaborazione con il «Gal Fior d'Olivi» una manifestazione che rientra in quel progetto che si chiama «Invasioni rurali» che coinvolge, insieme a Giovinazzo, anche le città di Bitonto e Terlizzi.
«Abbiamo organizzato per domenica una manifestazione che avrà come location piazza San Salvatore – affermano ancora – Il programma prevede l'allestimento di uno scenario medioevale proprio in quella piazza. Oltre alla simulazione di duelli in abiti medioevali, allestiremo scenari dove mostrare l'artigianato dell'epoca. Abbiamo anche coinvolto guide professionistiche che guideranno i visitatori attraverso i vicoli del centro storico. Guide capaci di mostrare angoli nascosti persino ai cittadini giovinazzesi. Esporremo il nostro olio d'oliva e avremo stand in cui mostreremo quei prodotti che sono resi preziosi proprio dal nostro olio. Ed infine faremo degustare il gelato prodotto proprio con l'oro verde». Tutto questo per invogliare il turista a tornare a Giovinazzo. «il nostro patrimonio storico e archeologico non ha nulla da invidiare ad altre città – hanno concluso gli associati dell'Arac – bisogna però saperlo promuovere».
Il riferimento è al Dolmen di San Silvestro, forse il più integro tra quelli presenti in Italia, un «antiquarium», che conserva importanti reperti archeologici che deve essere più fruibile. E poi le chiese del centro storico, ricche di storia e di arte che devono rimanere aperte per consentire al turista di poterle visitare. Ma questo è solo l'inizio.