Al via il nuovo anno scolastico
Gli auguri del Vescovo
lunedì 15 settembre 2014
8.45
Primo giorno di scuola. Anche il Vescovo don Luigi Martella vuole salutare gli alunni e gli studenti. Lo fa con un messaggio che sarà recapitato in tutte le scuole della diocesi.
«So che siete in possesso di computer e smartphone, e che, magari, sarebbe stato più consono al vostro modo di comunicare, porgervi gli auguri con WhatsApp – scrive - Ma voi mi consentite di ricorrere ad uno strumento tradizionale e più congeniale alle mie abitudini, vale a dire, alla classica lettera che potete avere tra le mani». Se è vero che le nuove generazioni hanno grande dimestichezza con le nuove tecnologie, è anche vero che gli istituti scolastici sono poco attrezzati per soddisfare le nuove tendenze che dovrebbero far parte integrale dell'insegnamento. «Vorrei affidarvi qualche pensiero che parte dal cuore –scrive ancora il Vescovo - evitando di indulgere a lamenti e denunce, condizionato dai tempi difficili che stiamo attraversando e che sembrano non finire mai. Sento, invece, l'obbligo di farvi partecipi di un impegno, di portare cioè la determinazione e il coraggio di chi ha scelto di non rassegnarsi a pensare che tutto questo sia normale e inevitabile; di chi si sta spendendo per cambiare le cose a partire dal suo piccolo, convinti che, per trasformare la società, non basta la denuncia, ma occorra un cambiamento personale». Non manca nella missiva di don Luigi, un accenno a quanto sta succedendo "fuori" dalla scuola.
«L'eco delle tempeste sociali – scrive - le inconcludenti discussioni quotidiane che riempiono gli schermi televisivi, le tristi visioni dell'avvenire deprimono, rubano l'entusiasmo e consumano tempo prezioso. Il tempo, si sa, non aspetta. Spesso mi ritornano in mente le parole di papa Francesco rivolte in più occasioni ai giovani: "Non lasciatevi rubare la speranza!", e penso che più avremo speranza quanto più in alto fisseremo lo sguardo». Il capo della diocesi lancia anche un messaggio di speranza. «Ho letto con piacevole sorpresa, a proposito di un film su Giacomo Leopardi – scrive - Il titolo del film è "Il giovane favoloso". In esso troviamo un segno del rinnovato interesse per il poeta di Recanati. La sua ricerca di "Infinito" intriga e affascina, soprattutto i giovani. E, a conferma di tale esigenza fondamentale che riaffiora nei giovani, vi sono, per fortuna, tanti segnali positivi».
«Dicendo questo – conclude il Vescovo - desidero rassicurare tutti voi, cari ragazzi, che è lontana da me l'idea di distrarre dalla cose di questa terra. Tutt'altro! Penso invece di allontanare il pericolo del fatalismo e della rassegnazione. Sono convinto infatti che "fissare in alto lo sguardo" significhi dare importanza agli impegni ordinari della vita. Per voi, cari ragazzi, la scuola è impegno quotidiano ed è l'occupazione prioritaria. Essa è palestra di vita e la cultura aiuta a vivere bene. Mi auguro, pertanto, che il vostro impegno nelle varie discipline favorisca soprattutto l'appuntamento con la propria coscienza, affinché aiuti a capire il bene e il male che ognuno può scegliere e fare, assumendosi la propria responsabilità».
«So che siete in possesso di computer e smartphone, e che, magari, sarebbe stato più consono al vostro modo di comunicare, porgervi gli auguri con WhatsApp – scrive - Ma voi mi consentite di ricorrere ad uno strumento tradizionale e più congeniale alle mie abitudini, vale a dire, alla classica lettera che potete avere tra le mani». Se è vero che le nuove generazioni hanno grande dimestichezza con le nuove tecnologie, è anche vero che gli istituti scolastici sono poco attrezzati per soddisfare le nuove tendenze che dovrebbero far parte integrale dell'insegnamento. «Vorrei affidarvi qualche pensiero che parte dal cuore –scrive ancora il Vescovo - evitando di indulgere a lamenti e denunce, condizionato dai tempi difficili che stiamo attraversando e che sembrano non finire mai. Sento, invece, l'obbligo di farvi partecipi di un impegno, di portare cioè la determinazione e il coraggio di chi ha scelto di non rassegnarsi a pensare che tutto questo sia normale e inevitabile; di chi si sta spendendo per cambiare le cose a partire dal suo piccolo, convinti che, per trasformare la società, non basta la denuncia, ma occorra un cambiamento personale». Non manca nella missiva di don Luigi, un accenno a quanto sta succedendo "fuori" dalla scuola.
«L'eco delle tempeste sociali – scrive - le inconcludenti discussioni quotidiane che riempiono gli schermi televisivi, le tristi visioni dell'avvenire deprimono, rubano l'entusiasmo e consumano tempo prezioso. Il tempo, si sa, non aspetta. Spesso mi ritornano in mente le parole di papa Francesco rivolte in più occasioni ai giovani: "Non lasciatevi rubare la speranza!", e penso che più avremo speranza quanto più in alto fisseremo lo sguardo». Il capo della diocesi lancia anche un messaggio di speranza. «Ho letto con piacevole sorpresa, a proposito di un film su Giacomo Leopardi – scrive - Il titolo del film è "Il giovane favoloso". In esso troviamo un segno del rinnovato interesse per il poeta di Recanati. La sua ricerca di "Infinito" intriga e affascina, soprattutto i giovani. E, a conferma di tale esigenza fondamentale che riaffiora nei giovani, vi sono, per fortuna, tanti segnali positivi».
«Dicendo questo – conclude il Vescovo - desidero rassicurare tutti voi, cari ragazzi, che è lontana da me l'idea di distrarre dalla cose di questa terra. Tutt'altro! Penso invece di allontanare il pericolo del fatalismo e della rassegnazione. Sono convinto infatti che "fissare in alto lo sguardo" significhi dare importanza agli impegni ordinari della vita. Per voi, cari ragazzi, la scuola è impegno quotidiano ed è l'occupazione prioritaria. Essa è palestra di vita e la cultura aiuta a vivere bene. Mi auguro, pertanto, che il vostro impegno nelle varie discipline favorisca soprattutto l'appuntamento con la propria coscienza, affinché aiuti a capire il bene e il male che ognuno può scegliere e fare, assumendosi la propria responsabilità».