Al I Istituto Comprensivo si parla di Don Milani
L'evento organizzato con l'Associazione "Tracce"
lunedì 2 maggio 2016
04.30
Nella "Settimana Italiana dell'Insegnante 2016", che ha inizio proprio oggi lunedì 2 maggio, giunge un momento d'incontro interessante da condividere che tratterà della personalità di educatore, formatore ed insegnante quale fu Don Lorenzo Milani.
A partire dalle ore 17.30, l'Auditorium della Scuola Secondaria di I° Grado "M.Buonarroti" ospiterà un interessante dibattito, organizzato in collaborazione con l'Associazione "Tracce" della Presidentessa Ileana Spezzacatena, sul tema "Il messaggio di Don Milani tra parola e silenzio". Gli insegnamenti del presbitero fiorentino, che è stato anche un eccellente scrittore ed educatore, infatti, hanno tracciato esempi ancora oggi attualissimi e seguitissimi nel mondo della scuola.
Ai saluti di Michele Sollecito, Assessore alla Pubblica Istruzione Comune di Giovinazzo, e di Michele Bonasia, Dirigente Scolastico del I° Istituto Comprensivo "San Giovanni Bosco - Buonarroti", seguirà l'intervento del Giudice del Tribunale di Trani, Francesco Messina, profondo conoscitore del pensiero di Don Milani. L'incontro sarà moderato da Carmen Tarantino, docente della Scuola Secondaria di I° Grado "Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII" di Ruvo di Puglia.
L'iniziativa porrà l'attenzione sulla metodologia didattica attuata da Don Milani definita "rivoluzionaria", così considerata non solo per gli ambienti cattolici, nell'epoca in cui egli svolse il suo ruolo di educatore e che ha di fatto anticipato più di cinquanta anni fa quello che oggi è prassi consolidata. Si può affermare che Don Lorenzo Milani sia stato precursore dei nostri tempi. Ai suoi ragazzi ha cercato di far apprezzare la parola e il silenzio. La parola era da lui ritenuta strumento indispensabile nella scuola e nella vita, perché «nella misura in cui si insegna a parlare, si insegna tutto».
Don Milani ha cercato di avviare i giovani al sapiente uso del silenzio, visto come elemento indispensabile di dialogo interiore, come tirocinio pratico della loro capacità di riflessione ed aiuto per la crescita della responsabilità. Ancora oggi il suo pensiero educativo offre una chiave d'accesso innovativa ai problemi che si presentano: ritrovare il senso di una scuola che deve servire a umanizzare, deve contribuire alla costruzione di una società comunitaria in cui il comune denominatore sia una rispettosa relazione sociale ed umana.
A partire dalle ore 17.30, l'Auditorium della Scuola Secondaria di I° Grado "M.Buonarroti" ospiterà un interessante dibattito, organizzato in collaborazione con l'Associazione "Tracce" della Presidentessa Ileana Spezzacatena, sul tema "Il messaggio di Don Milani tra parola e silenzio". Gli insegnamenti del presbitero fiorentino, che è stato anche un eccellente scrittore ed educatore, infatti, hanno tracciato esempi ancora oggi attualissimi e seguitissimi nel mondo della scuola.
Ai saluti di Michele Sollecito, Assessore alla Pubblica Istruzione Comune di Giovinazzo, e di Michele Bonasia, Dirigente Scolastico del I° Istituto Comprensivo "San Giovanni Bosco - Buonarroti", seguirà l'intervento del Giudice del Tribunale di Trani, Francesco Messina, profondo conoscitore del pensiero di Don Milani. L'incontro sarà moderato da Carmen Tarantino, docente della Scuola Secondaria di I° Grado "Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII" di Ruvo di Puglia.
L'iniziativa porrà l'attenzione sulla metodologia didattica attuata da Don Milani definita "rivoluzionaria", così considerata non solo per gli ambienti cattolici, nell'epoca in cui egli svolse il suo ruolo di educatore e che ha di fatto anticipato più di cinquanta anni fa quello che oggi è prassi consolidata. Si può affermare che Don Lorenzo Milani sia stato precursore dei nostri tempi. Ai suoi ragazzi ha cercato di far apprezzare la parola e il silenzio. La parola era da lui ritenuta strumento indispensabile nella scuola e nella vita, perché «nella misura in cui si insegna a parlare, si insegna tutto».
Don Milani ha cercato di avviare i giovani al sapiente uso del silenzio, visto come elemento indispensabile di dialogo interiore, come tirocinio pratico della loro capacità di riflessione ed aiuto per la crescita della responsabilità. Ancora oggi il suo pensiero educativo offre una chiave d'accesso innovativa ai problemi che si presentano: ritrovare il senso di una scuola che deve servire a umanizzare, deve contribuire alla costruzione di una società comunitaria in cui il comune denominatore sia una rispettosa relazione sociale ed umana.