Al Cara di Palese arrivati 340 migranti: scoppia la polemica politica

Botta e risposta tra Fitto e Lopalco

lunedì 27 luglio 2020
A cura di La Redazione
Sono 340 i migranti trasferiti fra avantieri notte e ieri mattina dai centri di accoglienza siciliani al Cara di Bari-Palese, a pochi chilometri da Giovinazzo. Gli ospiti sono stati sottoposti ai tamponi per verificare eventuali positività al Covid-19, e verranno tenuti sotto stretta osservazione sanitaria nelle prossime ore.
Non si esclude che possano essere trasferiti a Bari altri migranti dai centri di accoglienza di Lampedusa, ma non si dovrebbe superare la capienza massima della struttura nel V Municipio barese.

RAFFAELE FITTO

Intanto scoppia la polemica politica sul trasferimento dei migranti. Ad accendere la miccia è stato Raffaele Fitto, candidato presidente della Regione Puglia per il centrodestra. «Quello che sta accadendo in queste ore in Puglia, nel totale silenzio delle istituzioni, è pazzesco. Mentre aumentano i casipositivi al Covid e alcuni reparti ospedalieri vengono chiusi, al Cara di Bari,solo ieri, sono arrivati quasi 400 immigrati. Il Cara di Restinco a Brindisi è ormai allo stremo e situazioni peggiori, anche dal punto di vista igienico, si vivono nell'hotspot di Taranto, struttura non idonea ad accogliere gliimmigrati per la quarantena. Proprio oggi il ministro Speranza ha annunciato che intende "tutelare l'Italia" facendo tamponi, ultrarapidi in tutti gli aeroporti, come se il virus arrivasse in Italia solo in aereo. Nei giorni scorsi sono stati accertate decine di fughe da questi, centri e tra i fuggitivi dal Cara di Brindisi c'è anche chi è risultato positivo. Il tutto in piena estate, che per la Puglia significa turismo e quindi la speranza di una possibile ripresa economica del settore, ma soprattutto accade mentre il Governo pensa di prorogare lo stato di emergenza, interviene per chiudere discoteche e locali là dove non vengono rispettate le norme di sicurezzaanti-Covid e invita gli italiani a lavarsi le mani, indossare la mascherina erispettare il distanziometro. Nei centri di accoglienza tutto questo viene rispettato? Chiediamo che nelle prossime ore ci siano risposte chiare edinterventi urgenti per bloccare questa pericolosa situazione e speriamo di nondover ascoltare inutili repliche retoriche sull'immigrazione perché non è questo il tema».

PIER LUIGI LOPALCO

Pier Luigi Lopalco, epidemiologo a capo della task force regionale, replica spiegando: «Siamo in piena pandemia. Il virus circola in Italia, in Europa, nel Mondo. La circolazione del virus è asincrona, cioè l'intensità di circolazione varia a causa di tanti fattori nei diversi Paesi del mondo: la ripresa delle attività produttive, l'intensità locale dei contatti sociali, (forse) fattori climatici. Capita dunque che un Paese come l'Italia, che ha già subìto una prima ondata, debba prevenire l'aumento della circolazione virale e, soprattutto, evitare che l'aumento della circolazione virale faccia sviluppare una seconda ondata di casi clinicamente rilevanti. L'aumento della circolazione avviene sia per ripresa della attività virale autoctona pre-esistente, sia per importazione di casi da paesi ad elevata attività e conseguente circolazione autoctona. Tanta prudenza e non abbassare la guardia visto che il virus è fra noi, anche d'estate. Perché i fattori che favoriscono la circolazione - da qualunque parte arrivi il virus - sono da fattori locali. È dunque su questi che dobbiamo concentrarci. Capiamo bene che il caso importato, soprattutto se l'importazione avviene da parte di poveri extracomunitari, faccia notizia. Capiamo anche che alcune forze politiche cavalchino questa tigre non avendo altri argomenti. Ma è bene chiarire il concetto di base, che abbiamo ripetuto fino alla nausea, e cioè che i virus non conoscono confini e quindi le azioni di contenimento devono essere principalmente azioni locali. E poi i virus sono individui esigenti: se proprio devono viaggiare, preferiscono farlo in aereo in prima classe piuttosto che sui barconi».