Aggressione sul treno: i sindacati a difesa dei lavoratori del settore ferroviario

Ieri sciopero simbolico di 10 minuti. Arrestato il nigeriano che aveva malmenato un addetto alla sicurezza di un Intercity

venerdì 1 settembre 2017 05.00
A cura di Gianluca Battista
Uno sciopero di soli dieci minuti, simbolico, per richiamare l'attenzione delle istituzioni sul grave problema della mancanza di sicurezza sui treni e sull'assenza di tutele dei lavoratori del settore ferroviario.

È quanto hanno realizzato ieri pomeriggio, 31 agosto, i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Orsa, Ugl e Fast per richiamare ancora una volta l'attenzione del Governo centrale su quanto sta accadendo in tutta Italia da mesi, forse anni.

L'ultimo episodio, quello scatenante, si era verificato due giorni fa sull'Intercity che collega Roma Termini a Lecce. All'altezza di Barletta un addetto ai servizi di sicurezza ed assistenza alla clientela di Trenitalia era stato aggredito da un 36enne nigeriano, poi arrestato dalla Polizia Ferroviaria del capoluogo della BAT.

L'aggressore, in possesso di regolare permesso di soggiorno, ma al momento del fermo sprovvisto di documenti, avrebbe tentato dapprima di strangolare l'addetto di Trenitalia alla richiesta di esibire il titolo di viaggio e poi lo avrebbe colpito procurandogli la frattura di tre costole. Ora è accusato lesioni, resistenza a pubblico ufficiale ed interruzione di pubblico servizio.

Gli episodi sono ripetuti in tutto il Paese, anche sulle tratte che interessano quotidianamente centinaia di pendolari giovinazzesi, e gli autori non sono solo stranieri, ma anche molti italiani.

Quello di Barletta, affermano i responsabili delle sigle sindacali, è solo «l'ultimo di una serie di episodi che attanaglia i lavoratori del personale ferroviario nell'espletamento delle proprie funzioni. Chiediamo alle Istituzioni di intervenire per ridurre i rischi dovuti ad aggressioni a bordo treno e nelle stazioni ferroviarie - continua la nota - oltre a denunciare un fenomeno che sta assumendo connotati di un vero allarme sociale.

Bisogna - concludono - rafforzare la vigilanza a bordo dei treni e nelle stazioni ferroviarie».