«A Giovinazzo è radicata l'operatività dei Capriati e Diomede-ex Mercante»

Pubblicata la nuova relazione dell'Antimafia: in città «è stata documentata la presenza di un'articolazione dell'ex clan Di Cosola»

venerdì 15 settembre 2023
A cura di Nicola Miccione
«Nel Comune di Molfetta, così come in quelli della provincia nord di Bari, ovvero Giovinazzo, Corato e Ruvo di Puglia, sembrerebbe radicata l'operatività di gruppi collegati tra loro in un "cartello criminale" riconducibile agli alleati clan Capriati e Diomede-ex Mercante», dediti soprattutto al traffico di droga ed alle estorsioni.

È quanto emerge dalla relazione della Direzione Investigativa Antimafia per il secondo semestre del 2022, con il riferimento alla criminalità organizzata in terra di Bari, in cui «nelle realtà mafiose della provincia - è scritto a pagina 185 - si estende la longa manus delle organizzazioni criminali della città di Bari mediante fidati referenti oppure l'affiliazione di alcuni soggetti apicali delle compagini delinquenziali operanti nei singoli comuni» compresi quelli a nord del capoluogo pugliese.

«L'immagine della criminalità metropolitana, quindi - prosegue la relazione in cui lo scenario non cambia, semmai muta di poco rispetto ai sei mesi precedenti - si riflette specularmente nei territori provinciali dove i gruppi mafiosi si caratterizzano per lo stesso dinamismo e per le stesse rivalità dei sodalizi cittadini» si legge ancora nel documento che fotografa, come ogni semestre, i fenomeni di criminalità organizzata di ambito mafioso del periodo che va da luglio a dicembre 2022.

In questo periodo, «nel Comune di Molfetta, così come in quelli della provincia nord di Bari Giovinazzo, Corato e Ruvo di Puglia, sembrerebbe radicata l'operatività di gruppi collegati tra loro in un "cartello criminale" riconducibile agli alleati clan Capriati e Diomede-ex Mercante». Proprio «a Giovinazzo - evidenzia l'Antimafia a pagina 190 della sua relazione - è stata documentata la presenza di una articolazione dell'ex clan Di Cosola considerata il punto di riferimento del clan Capriati».

I Capriati sono tornati in prima linea nel business della droga: «dedito principalmente al traffico di sostanze stupefacenti, alle estorsioni e alla gestione del gioco d'azzardo, il clan Capriati, federato coi Diomede-ex Mercante - si legge ancora a pagina 183 - risulterebbe tuttora attivo nel borgo antico di Bari e, mediante varie articolazioni, anche nei rioni San Girolamo-Fesca e San Cataldo, nonché in una vasta porzione della provincia di Bari e in alcuni centri di Barletta, Andria e Trani».

I Diomede, invece, «sembrerebbero avere influenza nei quartieri di Bari Poggiofranco, Picone, Carrassi e San Pasquale, soprattutto per quanto riguarda lo spaccio di droga», mentre i Mercante, vicini ai Capriati, «sembrerebbero attivi soprattutto nel quartiere Libertà, con proiezioni pure al rione San Paolo. La morte del capo, Giuseppe Mercante, avvenuta il 12 aprile 2021, ha lasciato un vuoto di potere difficilmente ripianabile in ragione della perdurante assenza di autorevoli sostituti».

Inoltre, «a fattore comune, le cosche della provincia sono prevalentemente attive nel traffico di droga con differenti strategie operative e con spiccata capacità di conseguire i propri obiettivi con le consorterie albanesi». Ed ancora: «permane di rilevante portata il fenomeno dei furti e delle rapine con l'uso di armi in danno di uffici postali, portavalori e autotrasportatori. In tale contesto rilevano i numerosi furti di mezzi pesanti e da lavoro che vengono impiegati come blocco stradale».

Sono «degni di nota, in tutta la provincia di Bari, i danneggiamenti nel settore agricolo che, per le modalità e le circostanze, assumono spesso la qualifica di reati spia delle varie attività estorsive». Infine «si segnalano due provvedimenti di sequestro. Molteplici i ritrovamenti e i sequestri di armi e di materiale esplodente».