A Giovinazzo ci sono gli emuli degli sconsiderati di Trani
Imbrattate le mura sul retro di Palazzo Vescovile sotto la passerella di Levante. Probabilmente già individuati i responsabili di vico Cattese
lunedì 18 febbraio 2019
1.35
Gli sconsiderati di Trani, quelli che hanno imbrattato la cattedrale romanica tra le più studiate al mondo, hanno i loro emuli a Giovinazzo. Sul retro di Palazzo Vescovile, a pochi passi dalla passerella di Levante, sono apparse scritte con spray di colore blu (in foto) che inneggiano in qualche modo al "weed", ovvero alla cannabis secondo il gergo giovanile anglosassone.
Altre scritte sono apparse in vico Cattese, una suggestiva traversa di via Gelso che lo collega a via Madonna degli Angeli. In questo caso, secondo fonti amministrative, i Carabinieri della locale Stazione avrebbero già individuato i colpevoli, tutti minorenni. Non si sa, al momento, se i due fatti possano essere in qualche modo collegati.
Durissima la presa di posizione dell'Amministrazione comunale, che nelle prossime ore potrebbe tuttavia produrre un comunicato ufficiale. Per il Sindaco Tommaso Depalma e per il suo vice, Michele Sollecito, in casi come questo «la tolleranza sarà sempre pari a zero». Gli amministratori, raccogliendo l'invito di buona parte della popolazione giunto dal web nelle scorse ore, intenderebbe far pagare la pulizia ai genitori dei minori, stessa cosa che potrebbe accadere se anche nel caso del Palazzo Vescovile dovessero risultare responsabili under 18.
«Quanto è successo a Trani - ha detto Depalma - piuttosto che insegnare, ha prodotto un insulso desiderio di emulazione che è sfociato in un gesto da condannare fortemente, uno sfregio intollerabile al nostro patrimonio storico e architettonico».
Tolleranza zero, quindi, proprio come annunciato nelle scorse ore dal suo omologo tranese.
Il gesto di Palazzo Vescovile è particolarmente odioso, però, poiché tocca un immobile dal grande pregio storico ed architettonico e non si può di certo continuare a far finta di nulla. Un vero schiaffo alla città. Non sappiamo se si tratti della stessa mano, lo ripetiamo con chiarezza, ma c'è bisogno di una presa di posizione dura, che coinvolga le famiglie. Nelle prossime ore, probabilmente, il quadro sarà più completo.
Nella nostra gallery lo sfregio ad uno dei posti più suggestivi del litorale di Levante.
Altre scritte sono apparse in vico Cattese, una suggestiva traversa di via Gelso che lo collega a via Madonna degli Angeli. In questo caso, secondo fonti amministrative, i Carabinieri della locale Stazione avrebbero già individuato i colpevoli, tutti minorenni. Non si sa, al momento, se i due fatti possano essere in qualche modo collegati.
Durissima la presa di posizione dell'Amministrazione comunale, che nelle prossime ore potrebbe tuttavia produrre un comunicato ufficiale. Per il Sindaco Tommaso Depalma e per il suo vice, Michele Sollecito, in casi come questo «la tolleranza sarà sempre pari a zero». Gli amministratori, raccogliendo l'invito di buona parte della popolazione giunto dal web nelle scorse ore, intenderebbe far pagare la pulizia ai genitori dei minori, stessa cosa che potrebbe accadere se anche nel caso del Palazzo Vescovile dovessero risultare responsabili under 18.
«Quanto è successo a Trani - ha detto Depalma - piuttosto che insegnare, ha prodotto un insulso desiderio di emulazione che è sfociato in un gesto da condannare fortemente, uno sfregio intollerabile al nostro patrimonio storico e architettonico».
Tolleranza zero, quindi, proprio come annunciato nelle scorse ore dal suo omologo tranese.
Il gesto di Palazzo Vescovile è particolarmente odioso, però, poiché tocca un immobile dal grande pregio storico ed architettonico e non si può di certo continuare a far finta di nulla. Un vero schiaffo alla città. Non sappiamo se si tratti della stessa mano, lo ripetiamo con chiarezza, ma c'è bisogno di una presa di posizione dura, che coinvolga le famiglie. Nelle prossime ore, probabilmente, il quadro sarà più completo.
Nella nostra gallery lo sfregio ad uno dei posti più suggestivi del litorale di Levante.