Tagli all'Estate Giovinazzese, una nota di SEL
Ancora polemiche sull'assegnazione dei fondi previsti, tagliati e poi ricomparsi
mercoledì 24 giugno 2015
1.43
Tornano le polemiche nelle assegnazioni dei fondi comunali per gli eventi dell'"Estate Giovinazzese 2015" inseriti in un cartellone che, sino a qualche giorno fa, rischiava di essere monco per l'assenza di alcune storiche rassegne e beneficio di altre più recenti.
«Tutto è bene quel che finisce bene?» si chiede Sinistra Ecologia e Libertà. «No - rispondono sempre i vendoliani - perché nonostante siano state recuperate in extremis alcune manifestazioni storiche, a partire dal Giovinazzo Rock Festival, restano sul tappeto molte domande». E in questo gioco del tutti-contro-tutti ciò che colpisce è che un valore incontrovertibile per un settore della città è frutto di amicizie politiche per un'altra. Ciò che per qualcuno è una manifestazione storica, per altri è il segno di una città che non è in grado di rinnovarsi.
«Con pieno spirito collaborativo e senza alcun intento polemico, - continua la nota del circolo cittadino di via Cappuccini - rivolgiamo alcune semplici domande al Sindaco e alla sua Amministrazione, visto che in ballo ci sono soldi pubblici (come ogni volta che si fanno delle scelte) e che questi devono essere usati con cautela e soprattutto, in piena trasparenza e democrazia».
SEL prova allora a dare una lettura di quello che è successo sollevando alcuni interrogativi: «Come mai ci sono stati dei tagli ad alcune manifestazioni culturali? Come mai, nel giro di poche ore, poi questi fondi sono magicamente ricomparsi e le manifestazioni messe in salvo, sotto la spinta della popolazione giovinazzese? Quale esito ci sarebbe stato se non fosse intervenuta la popolazione di Giovinazzo a ricordare all'Amministrazione l'importanza di certe manifestazioni?».
Ed ancora: «Quali criteri ha adottato la giunta per la valutazione dei contributi da assegnare alle singole manifestazioni? Per quale ragione non viene comunicato ad inizio anno il budget disponibile per l'estate giovinazzese? Per quale ragione non viene pubblicato un bando pubblico con criteri chiari e precisi, di modo che le scelte avvengano in piena trasparenza e senza alcuna discrezionalità? Il Sindaco e la giunta ritengono che le scelte operate rispettino i criteri di imparzialità, trasparenza e qualità delle proposte degli operatori? Queste le domande cui vorremmo delle risposte precise».
Per Sinistra Ecologia e Libertà si tratta di «domande importanti, perché i rapporti fra la pubblica amministrazione e i cittadini o le associazioni devono essere improntati alla massima trasparenza, altrimenti tutto diventa oggetto di negoziazione privata e di mercanteggiamento. Non funziona così in democrazia».
Per questo i vendoliani vogliono offrire un contributo concreto all'Assessore alla Cultura, al Sindaco e alla giunta: «Impegneremo la nostra estate - dicono - a raccogliere firme per una proposta popolare, affinché l'Amministrazione comunale adotti un bando pubblico con criteri specifici (come avviene in tutti i comuni e in tutti gli Enti pubblici) per la concessione di contributi pubblici a chi propone iniziative». In un'epoca di crisi e di scarse risorse, il bando resta lo strumento più democratico e quindi, probabilmente, l'unico di cui si può dotare l'Amministrazione comunale in un frangente come questo.
«Lo faremo - promettono - coinvolgendo la città, le associazioni e tutte le persone interessate, come facciamo ogni volta che proponiamo qualcosa. E come dovrebbe essere fatto sempre, per poter continuare ancora a definirci una democrazia». Resta solo da capire se lo strumento del bando sia quello più adeguato a disegnare una politica culturale in grado di incidere davvero sul territorio.
«Tutto è bene quel che finisce bene?» si chiede Sinistra Ecologia e Libertà. «No - rispondono sempre i vendoliani - perché nonostante siano state recuperate in extremis alcune manifestazioni storiche, a partire dal Giovinazzo Rock Festival, restano sul tappeto molte domande». E in questo gioco del tutti-contro-tutti ciò che colpisce è che un valore incontrovertibile per un settore della città è frutto di amicizie politiche per un'altra. Ciò che per qualcuno è una manifestazione storica, per altri è il segno di una città che non è in grado di rinnovarsi.
«Con pieno spirito collaborativo e senza alcun intento polemico, - continua la nota del circolo cittadino di via Cappuccini - rivolgiamo alcune semplici domande al Sindaco e alla sua Amministrazione, visto che in ballo ci sono soldi pubblici (come ogni volta che si fanno delle scelte) e che questi devono essere usati con cautela e soprattutto, in piena trasparenza e democrazia».
SEL prova allora a dare una lettura di quello che è successo sollevando alcuni interrogativi: «Come mai ci sono stati dei tagli ad alcune manifestazioni culturali? Come mai, nel giro di poche ore, poi questi fondi sono magicamente ricomparsi e le manifestazioni messe in salvo, sotto la spinta della popolazione giovinazzese? Quale esito ci sarebbe stato se non fosse intervenuta la popolazione di Giovinazzo a ricordare all'Amministrazione l'importanza di certe manifestazioni?».
Ed ancora: «Quali criteri ha adottato la giunta per la valutazione dei contributi da assegnare alle singole manifestazioni? Per quale ragione non viene comunicato ad inizio anno il budget disponibile per l'estate giovinazzese? Per quale ragione non viene pubblicato un bando pubblico con criteri chiari e precisi, di modo che le scelte avvengano in piena trasparenza e senza alcuna discrezionalità? Il Sindaco e la giunta ritengono che le scelte operate rispettino i criteri di imparzialità, trasparenza e qualità delle proposte degli operatori? Queste le domande cui vorremmo delle risposte precise».
Per Sinistra Ecologia e Libertà si tratta di «domande importanti, perché i rapporti fra la pubblica amministrazione e i cittadini o le associazioni devono essere improntati alla massima trasparenza, altrimenti tutto diventa oggetto di negoziazione privata e di mercanteggiamento. Non funziona così in democrazia».
Per questo i vendoliani vogliono offrire un contributo concreto all'Assessore alla Cultura, al Sindaco e alla giunta: «Impegneremo la nostra estate - dicono - a raccogliere firme per una proposta popolare, affinché l'Amministrazione comunale adotti un bando pubblico con criteri specifici (come avviene in tutti i comuni e in tutti gli Enti pubblici) per la concessione di contributi pubblici a chi propone iniziative». In un'epoca di crisi e di scarse risorse, il bando resta lo strumento più democratico e quindi, probabilmente, l'unico di cui si può dotare l'Amministrazione comunale in un frangente come questo.
«Lo faremo - promettono - coinvolgendo la città, le associazioni e tutte le persone interessate, come facciamo ogni volta che proponiamo qualcosa. E come dovrebbe essere fatto sempre, per poter continuare ancora a definirci una democrazia». Resta solo da capire se lo strumento del bando sia quello più adeguato a disegnare una politica culturale in grado di incidere davvero sul territorio.