Il Pd risponde alla maggioranza su via Marina
Nuova puntata su una delle vicende più dibattute dalla politica locale
giovedì 2 aprile 2015
03.43
La matassa sulla riqualificazione di via Marina è sempre più difficile da sbrogliare. Continui botta e risposta politici, la contrarietà della Pro Loco, pareri discordanti tra la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Bari e quella Archeologica ionica, fanno in modo che l'attenzione sulla questione resti sempre viva.
Pochi giorni fa il Sindaco aveva spiegato di aver trovato, al suo insediamento, un progetto definito con la precedente Amministrazione, che aveva avviato l'iter con la delibera consiliare n. 27 del 04 luglio 2011. «I suoi proclami sono conditi da una quantità torrenziale di menzogne e affermazioni che tentano di truffare i cittadini, e la campagna in corso su via Marina ne è esempio illuminante» replica il Partito Democratico che intende ricostruire i fatti.
«La delibera di Natalicchio, citata da Depalma - continuano i democratici - è l'adozione del Piano triennale dei Lavori Pubblici 2011-2013. In essa l'intervento è previsto come programma di investimento sulla base di un preliminare. Non ci sono disegni, c'è soltanto la destinazione dei fondi. È l'Amministrazione Depalma che approva la lettera di convocazione e l'individuazione dei 5 professionisti tra cui scegliere quello a cui affidare la progettazione di via Marina, individua lo studio di progettazione Russo e ne accoglie il progetto. Via Marina - evidenzia la missiva - era ed è da ristrutturare, nessuno lo ha mai messo in discussione. Perciò la vecchia Amministrazione inserì il cantiere nel Piano dei Lavori Pubblici. Il delitto è nel progetto che Depalma ha commissionato ai tecnici e che prevede saliscendi, trincee e restringimento della strada, un disegno che devasta la bellezza di uno scorcio storico-paesaggistico caro a tutti i giovinazzesi solo per soddisfare il suo egocentrismo».
«In che mani siamo? Quale attendibilità hanno le chiacchiere di un Sindaco che non è soltanto un gran bugiardo, bensì è molto peggio?» si chiede ancora il circolo guidato da Michele Delle Fontane. Mentre Depalma sottolineava la stranezza di due uffici dello stesso Ente che esprimono pareri diversi, il principale partito d'opposizione ripercorre la vicenda: «Lo studio di progettazione riesce ad ottenere dalla Sovrintendenza di Bari il via libera all'abbattimento di 1 metro delle mura d'età aragonese che dal 1400 reggono via Marina per tutta la sua lunghezza, mentre un cittadino che trova una pietra storica solitamente deve fare i conti con un atto di sospensione dei lavori. Il Partito Democratico e la Pro Loco, - spiegano - corrispondendo alla preoccupazione di molti cittadini che sono allibiti per le autorizzazioni rilasciate dalla Sovrintendenza di Bari, contattano la Sovrintendenza Archeologica di Taranto, che blocca i lavori e chiede la realizzazione di saggi in presenza di un'archeologa. Questa rende noto all'Ente che sono state trovate sotto il marciapiede cinta murarie risalenti all'epoca aragonese, di spessore di m 1.80 e scrive: "Considerando quanto sopra non si ritiene di poter autorizzare il progetto presentato in quanto lo stesso prevede un abbassamento sino a quota -m 1.60". La dott.ssa scrive 1,60 per 0,60. Facendo leva su questo evidente errore di battitura - sottolineano - i progettisti di Depalma replicano che la quota di abbassamento sarà a metri -0.65 (anche se in realtà, se aggiungiamo il massetto, si arriva a metri -1).
Così consentono a Depalma - prosegue la nota - che come suo solito delle regole se ne infischia, di scrivere in un altro messaggio Facebook: "Si parte con i lavori ed eventuali altre questioni le valuteremo (se necessario) cammin facendo. Per questo abbiamo dato mandato ai nostri uffici di preparare il contratto, visto che ad oggi, nonostante la gara fosse assegnata da oltre un anno, non era stato formalizzato l'accordo". Con questa affermazione rivela che pur di fare questo lavoro è disponibile a violare il paesaggio e la legge speculando su un evidente errore materiale e a compiere un salto nel buio ("altre questioni le valuteremo cammin facendo").
A questo punto - concludono dalla segreteria di piazza Vittorio Emanuele II - la Sovrintendenza di Taranto ne ha abbastanza. Mette da parte il protocollo istituzionale e scrive un'altra missiva indirizzata all'ente nella quale molla un "ceffone" a Depalma dicendo, in sintesi: "se non l'avete capito, il parere espresso con la nota prot. 14.375 del 20 novembre 2014, era negativo, e negativo rimane". A mollare il "ceffone" è sceso in campo, con la sua firma, il Sovrintendente in persona».
Questa è la versione dei fatti secondo il Partito Democratico cittadino. C'è da giurarci che la controreplica della maggioranza non tarderà ad arrivare.
Pochi giorni fa il Sindaco aveva spiegato di aver trovato, al suo insediamento, un progetto definito con la precedente Amministrazione, che aveva avviato l'iter con la delibera consiliare n. 27 del 04 luglio 2011. «I suoi proclami sono conditi da una quantità torrenziale di menzogne e affermazioni che tentano di truffare i cittadini, e la campagna in corso su via Marina ne è esempio illuminante» replica il Partito Democratico che intende ricostruire i fatti.
«La delibera di Natalicchio, citata da Depalma - continuano i democratici - è l'adozione del Piano triennale dei Lavori Pubblici 2011-2013. In essa l'intervento è previsto come programma di investimento sulla base di un preliminare. Non ci sono disegni, c'è soltanto la destinazione dei fondi. È l'Amministrazione Depalma che approva la lettera di convocazione e l'individuazione dei 5 professionisti tra cui scegliere quello a cui affidare la progettazione di via Marina, individua lo studio di progettazione Russo e ne accoglie il progetto. Via Marina - evidenzia la missiva - era ed è da ristrutturare, nessuno lo ha mai messo in discussione. Perciò la vecchia Amministrazione inserì il cantiere nel Piano dei Lavori Pubblici. Il delitto è nel progetto che Depalma ha commissionato ai tecnici e che prevede saliscendi, trincee e restringimento della strada, un disegno che devasta la bellezza di uno scorcio storico-paesaggistico caro a tutti i giovinazzesi solo per soddisfare il suo egocentrismo».
«In che mani siamo? Quale attendibilità hanno le chiacchiere di un Sindaco che non è soltanto un gran bugiardo, bensì è molto peggio?» si chiede ancora il circolo guidato da Michele Delle Fontane. Mentre Depalma sottolineava la stranezza di due uffici dello stesso Ente che esprimono pareri diversi, il principale partito d'opposizione ripercorre la vicenda: «Lo studio di progettazione riesce ad ottenere dalla Sovrintendenza di Bari il via libera all'abbattimento di 1 metro delle mura d'età aragonese che dal 1400 reggono via Marina per tutta la sua lunghezza, mentre un cittadino che trova una pietra storica solitamente deve fare i conti con un atto di sospensione dei lavori. Il Partito Democratico e la Pro Loco, - spiegano - corrispondendo alla preoccupazione di molti cittadini che sono allibiti per le autorizzazioni rilasciate dalla Sovrintendenza di Bari, contattano la Sovrintendenza Archeologica di Taranto, che blocca i lavori e chiede la realizzazione di saggi in presenza di un'archeologa. Questa rende noto all'Ente che sono state trovate sotto il marciapiede cinta murarie risalenti all'epoca aragonese, di spessore di m 1.80 e scrive: "Considerando quanto sopra non si ritiene di poter autorizzare il progetto presentato in quanto lo stesso prevede un abbassamento sino a quota -m 1.60". La dott.ssa scrive 1,60 per 0,60. Facendo leva su questo evidente errore di battitura - sottolineano - i progettisti di Depalma replicano che la quota di abbassamento sarà a metri -0.65 (anche se in realtà, se aggiungiamo il massetto, si arriva a metri -1).
Così consentono a Depalma - prosegue la nota - che come suo solito delle regole se ne infischia, di scrivere in un altro messaggio Facebook: "Si parte con i lavori ed eventuali altre questioni le valuteremo (se necessario) cammin facendo. Per questo abbiamo dato mandato ai nostri uffici di preparare il contratto, visto che ad oggi, nonostante la gara fosse assegnata da oltre un anno, non era stato formalizzato l'accordo". Con questa affermazione rivela che pur di fare questo lavoro è disponibile a violare il paesaggio e la legge speculando su un evidente errore materiale e a compiere un salto nel buio ("altre questioni le valuteremo cammin facendo").
A questo punto - concludono dalla segreteria di piazza Vittorio Emanuele II - la Sovrintendenza di Taranto ne ha abbastanza. Mette da parte il protocollo istituzionale e scrive un'altra missiva indirizzata all'ente nella quale molla un "ceffone" a Depalma dicendo, in sintesi: "se non l'avete capito, il parere espresso con la nota prot. 14.375 del 20 novembre 2014, era negativo, e negativo rimane". A mollare il "ceffone" è sceso in campo, con la sua firma, il Sovrintendente in persona».
Questa è la versione dei fatti secondo il Partito Democratico cittadino. C'è da giurarci che la controreplica della maggioranza non tarderà ad arrivare.