3000 multe sulla Giovinazzo-Santo Spirito, Saracino: «Rilevatore illegittimo? L'Amministrazione chiarisca»
La denuncia: «Il sistema parrebbe non essere consentito su strade urbane»
martedì 13 ottobre 2020
Tremila contravvenzioni elevate nel tratto di strada tra Giovinazzo e Santo Spirito.
Il Consigliere Francesco Saricino e tutto il Partito Democratico di Giovinazzo lanciano l'allarme su quanto sta accadendo sulla ex statale 16 Adriatica su cui da ottobre dell'anno scorso è in vigore un sistema elettronico di rilevazione della velocità media.
«Come noto - si legge nella nota inviataci dal Consigliere e apparsa sulla pagina Facebook del PD locale - , a far tempo dal 29 ottobre 2019 e fino al 14 febbraio 2020, sono stati installati dal Comune di Giovinazzo sulla strada che collega Giovinazzo a Santo Spirito rilevatori della velocità (con un sistema di funzionamento molto simile ai tutor posizionati sulle autostrade). In tale arco temporale sono state elevate quasi 3000 contravvenzioni al codice della strada.
A proposito - spiega l'avvocato a cui si unisce il partito di piazza Vittorio Emanuele II -, conviene rammentare che la strada in questione nel maggio 2018 è stata riclassificata quale strada comunale urbana (prima era la strada statale 16), "un'arteria completamente urbanizzata che collega il centro della città con la parte periferica, ormai da tempo densamente abitata da decine di famiglie", così come definita dall'amministrazione in carica che lo ha ritenuto "un atto dovuto, che ridefinisce il territorio urbanizzato"».
«Peccato però - prosegue la nota - che appena un anno dopo, nel 2019, gli stessi amministratori abbiano dimenticato di aver reso quella strada territorio urbano e abbiano proceduto all'installazione di un sistema di rilevatore della velocità (denominato "Celeritas"), che funziona in modalità automatica e in postazione fissa e che parrebbe non essere consentito su strade urbane con limite di velocità di 50 Km/h.
Infatti - è l'ulteriore specificazione -, solo con il recentissimo "Decreto Semplificazione" del luglio 2020, il Governo centrale ha dato il via libera agli autovelox fissi con controllo da remoto in città, che potranno essere così montati anche sulle strade urbane con limite di 50Km/h.
Inoltre - prosegue Saracino -, si evidenzia che per i sistemi di controllo della velocità media tra due punti (come quello in questione) è obbligatorio che non via siano accessi privati e/o incroci con altre strade, in quanto un automobilista potrebbe immettersi proprio da queste arterie sul tratto controllato senza passare dal primo varco e senza essere così multato.
Si verrebbe a creare insomma una disparità di trattamento tra gli utenti, oltre che un evidente pericolo per gli stessi. Pare davvero palese l'errore in cui sono incorsi i nostri amministratori. Purtroppo, anche se così fosse, gli avventori di quel tratto di via Bari non potrebbero più far ricorso, ma Depalma & Co. sono ancora in tempo e soprattutto in dovere di fornire spiegazioni ai cittadini di Giovinazzo … e non», è la considerazione finale.
Il Consigliere Francesco Saricino e tutto il Partito Democratico di Giovinazzo lanciano l'allarme su quanto sta accadendo sulla ex statale 16 Adriatica su cui da ottobre dell'anno scorso è in vigore un sistema elettronico di rilevazione della velocità media.
«Come noto - si legge nella nota inviataci dal Consigliere e apparsa sulla pagina Facebook del PD locale - , a far tempo dal 29 ottobre 2019 e fino al 14 febbraio 2020, sono stati installati dal Comune di Giovinazzo sulla strada che collega Giovinazzo a Santo Spirito rilevatori della velocità (con un sistema di funzionamento molto simile ai tutor posizionati sulle autostrade). In tale arco temporale sono state elevate quasi 3000 contravvenzioni al codice della strada.
A proposito - spiega l'avvocato a cui si unisce il partito di piazza Vittorio Emanuele II -, conviene rammentare che la strada in questione nel maggio 2018 è stata riclassificata quale strada comunale urbana (prima era la strada statale 16), "un'arteria completamente urbanizzata che collega il centro della città con la parte periferica, ormai da tempo densamente abitata da decine di famiglie", così come definita dall'amministrazione in carica che lo ha ritenuto "un atto dovuto, che ridefinisce il territorio urbanizzato"».
«Peccato però - prosegue la nota - che appena un anno dopo, nel 2019, gli stessi amministratori abbiano dimenticato di aver reso quella strada territorio urbano e abbiano proceduto all'installazione di un sistema di rilevatore della velocità (denominato "Celeritas"), che funziona in modalità automatica e in postazione fissa e che parrebbe non essere consentito su strade urbane con limite di velocità di 50 Km/h.
Infatti - è l'ulteriore specificazione -, solo con il recentissimo "Decreto Semplificazione" del luglio 2020, il Governo centrale ha dato il via libera agli autovelox fissi con controllo da remoto in città, che potranno essere così montati anche sulle strade urbane con limite di 50Km/h.
Inoltre - prosegue Saracino -, si evidenzia che per i sistemi di controllo della velocità media tra due punti (come quello in questione) è obbligatorio che non via siano accessi privati e/o incroci con altre strade, in quanto un automobilista potrebbe immettersi proprio da queste arterie sul tratto controllato senza passare dal primo varco e senza essere così multato.
Si verrebbe a creare insomma una disparità di trattamento tra gli utenti, oltre che un evidente pericolo per gli stessi. Pare davvero palese l'errore in cui sono incorsi i nostri amministratori. Purtroppo, anche se così fosse, gli avventori di quel tratto di via Bari non potrebbero più far ricorso, ma Depalma & Co. sono ancora in tempo e soprattutto in dovere di fornire spiegazioni ai cittadini di Giovinazzo … e non», è la considerazione finale.