15.500 panini, 400 filoni: i numeri del Panino della Nonna
La sagra, nonostante il maltempo, ha richiamato 20.000 curiosi. Stufano: «Risposta eccezionale»
giovedì 13 agosto 2015
12.05
L'idea di organizzare la sagra del Panino della Nonna è nata quasi per gioco nel lontano 1996: l'organizzazione della manifestazione d'altronde era finalizzata a finanziare l'addobbo del rione 167 in occasione del palio cittadino Gamberemo.
Tuttavia con il passar degli anni si è voluto conferire a questo appuntamento un ulteriore e più importante significato. Innanzitutto la possibilità di valorizzare le pietanze tipiche locali che un tempo imbandivano le tavole dei nostri nonni, ma che con il passare degli anni sono venute sempre meno, impoverendo la nostra cultura gastronomica e in generale la cultura pugliese e giovinazzese.
Le ricette per ottenere le conserve pugliesi nascono dall'antica abitudine di preparare riserve per la dispensa utilizzando verdure ed ortaggi appena raccolti, condendoli con aglio, origano, prezzemolo e capperi per poi metterli a bagno nell'olio extra vergine d'oliva. Questo metodo permetteva non solo di avere una nutrita riserva alimentare, ma anche una grande abbondanza di frutti dell'orto fuori stagione, che potevano essere così gustati in ogni periodo dell'anno.
Del resto la Puglia, proprio grazie alle peculiarità climatiche della zona è una delle regioni italiane più ricche di prodotti agricoli, ed è per questo considerata il cuore della cucina mediterranea. E l'area mercatale, anche ieri (negli splendi scatti di Maria Carmela Saracino), ha lasciato spazio alla ventesima edizione della sagra del Panino della Nonna, organizzata dall'associazione I Nipoti della Nonna col patrocinio del Comune di Giovinazzo.
I panini, come al solito, sono stati i veri protagonisti della serata e sono andati letteralmente a ruba «perché - come ha spiegato Gianfranco Stufano, numero due dell'associazione I Nipoti della Nonna - pensavamo che il maltempo limitasse le presenze ed invece c'è stata una risposta eccezionale. Ci dispiace per quei pochi che ieri, dopo le ore 22.30, non sono riusciti a mangiare il panino che desideravano».
Una sagra, quella del Panino della Nonna, nata all'insegna della riscoperta della semplicità a tavola in cui si sono potuti gustare panini farciti per tutti i gusti: "pemedorre sott'ogl", "pemedorre e tonn", "pesticchje", "alejsce e pemedorre", "scarciof sott'ogl", "malangen sott'ogl", "parmeggen", "recòtte ascequand", "mortadell e prevelaun", "frettète" e "ambascieune" fino ai "filoni n' picc d tutt".
Tante ghiotte specialità giovinazzesi per il classico panino declinato attraverso gli antichi sapori e le pietanze tipiche che un tempo imbandivano le tavole dei nostri nonni. «I panini più richiesti? Ieri - ha risposto Stufano - sono stati quelli con la frittata e quello con la pisticchia, una vera e propria tipicità del posto». Panini che sono stati offerti anche nella versione senza glutine grazie alla collaborazione con l'Associazione Italiana Celiaci. E il tutto innaffiato da ottimo vino pugliese.
«Siamo soddisfatti - ha affermato ancora Stufano a bocce ferme - anche se, a causa della pioggia caduta nel primo pomeriggio di martedì, abbiamo dovuto limitarci negli approvvigionamenti». Nonostante ciò, anche quest'anno, la sagra ha sfornato numeri da record: 15.500 panini (7.500 martedì, 8.000 mercoledì) e 400 filoni venduti per un evento che, a Giovinazzo, ha richiamato migliaia di curiosi. «Nonostante il maltempo - prosegue Stufano - nelle due serate abbiamo quasi raggiunto le 20.000 presenze».
Attorno, i vari stand associativi (tra i quali quello dell'insegnante di tecnica di aerografia Mario Romani), l'area destinata ai bambini e la consuetudinaria mostra di antiquariato, pittura e artigianato, molto apprezzata dal pubblico proveniente dall'intera provincia di Bari e non solo.
Sul palco, infine, si sono esibiti i Terraross, suonatori e menestrelli della bassa murgia, che con la loro musica e con i loro canti, hanno riportato alla mente i ricordi della vita quotidiana dei nostri avi, e i Dirotta su Cuba, più in forma che mai, che hanno proposto uno spettacolo ricco di energia sulla scia dei grandi successi che li hanno resi popolari, tra cui la trascinante "Gelosia" (hit che li lanciò nel 1994).
A chiudere la serata i dj di Radionorba e il vocalist Mauro Dal Sogno, mentre i volontari della EcoFesta Puglia dopo aver aiutato i consumatori, attraverso una serie di pratici consigli, a smaltire adeguatamente i rifiuti prodotti in questi due giorni, si sono attivati subito dopo la conclusione della sagra per ripulire l'area mercatale. «Già dallo scorso anno - ha detto Stufano - abbiamo deciso di rendere la manifestazione ecosostenibile allestendo delle isole ecologiche che ci hanno permesso di avere delle alte percentuali di raccolta differenziata».
E l'obiettivo è stato raggiunto anche quest'anno: lanciare un messaggio forte e fare del Panino della Nonna una sagra di qualità, una eco-festa per l'appunto, con un marchio certificato. Come ogni anno, infine, la sagra ha mantenuto uno scopo benefico. L'incasso ottenuto dalla vendita dei panini, infatti, sarà devoluto in beneficenza.
Intanto, a poche ore dalla conclusione della ventesima edizione è già tempo di bilanci. Sì, la ventesima edizione. E pensare che tutto era cominciato con un rimorchio di un carro agricolo e poche centinaia di panini. «Sì è vero - ricorda Stufano -. Il bilancio è assolutamente positivo e soddisfacente e ci ripaga dei numerosi sforzi fatti. Dopo vent'anni sono sicuro che gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati raggiunti tra cui la riscoperta e la valorizzazione di alimenti tipici che stavano scomparendo dalle nostre tavole».
Il Panino della Nonna è definitivamente diventato un must per tanti pugliesi e non solo (se n'è occupata anche la britannica BBC) grazie all'impegno dei Nipoti della Nonna che continuano a valorizzare le pietanze tipiche locali, da qualche tempo cadute nel dimenticatoio, ad appannaggio dell'antipatico panino imbottito e della bevanda gassata.
I tempi sono cambiati ed hanno provocato un impoverimento dell'istruzione gastronomica giovinazzese. Ma il salvagente giunge proprio da loro i quali valorizzano la cultura ed il paese di Giovinazzo che, ad agosto, attira curiosi, turisti e fornisce uno spettacolo invidiabile. Soprattutto agli occhi di chi, si occupa di turismo.
Tuttavia con il passar degli anni si è voluto conferire a questo appuntamento un ulteriore e più importante significato. Innanzitutto la possibilità di valorizzare le pietanze tipiche locali che un tempo imbandivano le tavole dei nostri nonni, ma che con il passare degli anni sono venute sempre meno, impoverendo la nostra cultura gastronomica e in generale la cultura pugliese e giovinazzese.
Le ricette per ottenere le conserve pugliesi nascono dall'antica abitudine di preparare riserve per la dispensa utilizzando verdure ed ortaggi appena raccolti, condendoli con aglio, origano, prezzemolo e capperi per poi metterli a bagno nell'olio extra vergine d'oliva. Questo metodo permetteva non solo di avere una nutrita riserva alimentare, ma anche una grande abbondanza di frutti dell'orto fuori stagione, che potevano essere così gustati in ogni periodo dell'anno.
Del resto la Puglia, proprio grazie alle peculiarità climatiche della zona è una delle regioni italiane più ricche di prodotti agricoli, ed è per questo considerata il cuore della cucina mediterranea. E l'area mercatale, anche ieri (negli splendi scatti di Maria Carmela Saracino), ha lasciato spazio alla ventesima edizione della sagra del Panino della Nonna, organizzata dall'associazione I Nipoti della Nonna col patrocinio del Comune di Giovinazzo.
I panini, come al solito, sono stati i veri protagonisti della serata e sono andati letteralmente a ruba «perché - come ha spiegato Gianfranco Stufano, numero due dell'associazione I Nipoti della Nonna - pensavamo che il maltempo limitasse le presenze ed invece c'è stata una risposta eccezionale. Ci dispiace per quei pochi che ieri, dopo le ore 22.30, non sono riusciti a mangiare il panino che desideravano».
Una sagra, quella del Panino della Nonna, nata all'insegna della riscoperta della semplicità a tavola in cui si sono potuti gustare panini farciti per tutti i gusti: "pemedorre sott'ogl", "pemedorre e tonn", "pesticchje", "alejsce e pemedorre", "scarciof sott'ogl", "malangen sott'ogl", "parmeggen", "recòtte ascequand", "mortadell e prevelaun", "frettète" e "ambascieune" fino ai "filoni n' picc d tutt".
Tante ghiotte specialità giovinazzesi per il classico panino declinato attraverso gli antichi sapori e le pietanze tipiche che un tempo imbandivano le tavole dei nostri nonni. «I panini più richiesti? Ieri - ha risposto Stufano - sono stati quelli con la frittata e quello con la pisticchia, una vera e propria tipicità del posto». Panini che sono stati offerti anche nella versione senza glutine grazie alla collaborazione con l'Associazione Italiana Celiaci. E il tutto innaffiato da ottimo vino pugliese.
«Siamo soddisfatti - ha affermato ancora Stufano a bocce ferme - anche se, a causa della pioggia caduta nel primo pomeriggio di martedì, abbiamo dovuto limitarci negli approvvigionamenti». Nonostante ciò, anche quest'anno, la sagra ha sfornato numeri da record: 15.500 panini (7.500 martedì, 8.000 mercoledì) e 400 filoni venduti per un evento che, a Giovinazzo, ha richiamato migliaia di curiosi. «Nonostante il maltempo - prosegue Stufano - nelle due serate abbiamo quasi raggiunto le 20.000 presenze».
Attorno, i vari stand associativi (tra i quali quello dell'insegnante di tecnica di aerografia Mario Romani), l'area destinata ai bambini e la consuetudinaria mostra di antiquariato, pittura e artigianato, molto apprezzata dal pubblico proveniente dall'intera provincia di Bari e non solo.
Sul palco, infine, si sono esibiti i Terraross, suonatori e menestrelli della bassa murgia, che con la loro musica e con i loro canti, hanno riportato alla mente i ricordi della vita quotidiana dei nostri avi, e i Dirotta su Cuba, più in forma che mai, che hanno proposto uno spettacolo ricco di energia sulla scia dei grandi successi che li hanno resi popolari, tra cui la trascinante "Gelosia" (hit che li lanciò nel 1994).
A chiudere la serata i dj di Radionorba e il vocalist Mauro Dal Sogno, mentre i volontari della EcoFesta Puglia dopo aver aiutato i consumatori, attraverso una serie di pratici consigli, a smaltire adeguatamente i rifiuti prodotti in questi due giorni, si sono attivati subito dopo la conclusione della sagra per ripulire l'area mercatale. «Già dallo scorso anno - ha detto Stufano - abbiamo deciso di rendere la manifestazione ecosostenibile allestendo delle isole ecologiche che ci hanno permesso di avere delle alte percentuali di raccolta differenziata».
E l'obiettivo è stato raggiunto anche quest'anno: lanciare un messaggio forte e fare del Panino della Nonna una sagra di qualità, una eco-festa per l'appunto, con un marchio certificato. Come ogni anno, infine, la sagra ha mantenuto uno scopo benefico. L'incasso ottenuto dalla vendita dei panini, infatti, sarà devoluto in beneficenza.
Intanto, a poche ore dalla conclusione della ventesima edizione è già tempo di bilanci. Sì, la ventesima edizione. E pensare che tutto era cominciato con un rimorchio di un carro agricolo e poche centinaia di panini. «Sì è vero - ricorda Stufano -. Il bilancio è assolutamente positivo e soddisfacente e ci ripaga dei numerosi sforzi fatti. Dopo vent'anni sono sicuro che gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati raggiunti tra cui la riscoperta e la valorizzazione di alimenti tipici che stavano scomparendo dalle nostre tavole».
Il Panino della Nonna è definitivamente diventato un must per tanti pugliesi e non solo (se n'è occupata anche la britannica BBC) grazie all'impegno dei Nipoti della Nonna che continuano a valorizzare le pietanze tipiche locali, da qualche tempo cadute nel dimenticatoio, ad appannaggio dell'antipatico panino imbottito e della bevanda gassata.
I tempi sono cambiati ed hanno provocato un impoverimento dell'istruzione gastronomica giovinazzese. Ma il salvagente giunge proprio da loro i quali valorizzano la cultura ed il paese di Giovinazzo che, ad agosto, attira curiosi, turisti e fornisce uno spettacolo invidiabile. Soprattutto agli occhi di chi, si occupa di turismo.