Scuola
Da Giovinazzo alla conquista della Francia
Oltralpe terreno fertile per Caccavo, giovane critico e letterato
Giovinazzo - giovedì 4 settembre 2014
08.00
Una vocazione innata per la lingua francese e una grande passione per l'illuminismo, sono queste le molle che hanno spinto Marco Caccavo a valicare le Alpi e trasferirsi in Francia. Ad Aix En Provence, a 40 chilometri da Marsiglia per l'esattezza, dove attualmente vive e lavora grazie ad un contratto che lo lega alla scuola internazionale di Manosque, un istituto all'interno del quale ricercatori di tutto il mondo stanno lavorando ad un progetto sulla reazione nucleare per la produzione di nuove fonti di energia. Un passo non da poco per Caccavo, che improvvisamente si è trovato catapultato in una dimensione forse anche per lui inaspettata.
Giovinazzese «doc», 32 anni, laureato in Filosofia con indirizzo in arte e letteratura, adesso sta seguendo a Lione, sempre in Francia, un corso di dottorato in Letteratura Francese e Arte. Materie queste che nella vita e nella professione di Caccavo sono molto familiari. «Sono stati i miei professori di Liceo – ha affermato – a farmi amare la lingua e la letteratura francese. Per approfondire le materie poi sono diventato un topo di biblioteca, andando quasi quotidianamente a rovistare gli scaffali dell'unica biblioteca presente a Giovinazzo, quella dei Ragazzi dedicata ad Antonio Daconto». Il diploma e poi l'Università. Anche in questo caso la fortuna di incontrare docenti che hanno visto lontano. «Per la mia tesi di laurea – ha continuato Caccavo - mi hanno proposto di "guardare" un libro: "L'ottica dei colori" di Luis Bertan Castel, un testo e un autore francese. Ho scoperto che non esisteva una traduzione in italiano e quindi mi sono cimentato anche con questo». E poi la ricerca del lavoro. In Italia con una laurea in Filosofia non si va molto lontano. «Altrove si – tiene a precisare Caccavo – e secondo quella che è stata la mia esperienza, non è stato neanche troppo difficile».
Appassionato di facebook e delle nuove tecnologie ha inviato i suoi curricula anche attraverso la posta elettronica. E proprio attraverso le «mail», ha cominciato a ricevere le prime offerte di lavoro. Da Lugano in Svizzera, dove ha lavorato per sei mesi e poi in Francia, dove si è sistemato da qualche anno. E qui oltre all'insegnamento, Geografia, Storia e Letteratura Italiana sono le sue materie, è cominciata anche un'altra avventura: quella di critico d'arte. «Definirmi un critico d'arte è forse un pò troppo – lo ha affermato sommessamente – fatto sta che collaboro con riviste di settore, scrivo recensioni e presentazioni di opere e artisti». Anche questa avventura è cominciata attraverso la posta elettronica.
«La differenza tra Italia e Francia – ha tenuto a sottolineare – è che oltralpe se leggono qualcosa di interessante vengono a cercarti e ti chiedono il permesso di stampare. Da noi invece succede il contrario. Bisogna cercare con il lanternino chi voglia pubblicare qualcosa». Caccavo torna a Giovinazzo tutte le volte che può. «Torno per sedicenti vacanze – ha concluso – in realtà non riesco a stare fermo. Penso sempre a cosa fare per il mio paese. Lo sento come un dovere morale e civile. Ma quello che qui manca è un piano comunale di marketing, manca lo spirito comunitario, quello che sappia riunire le eccellenze locali. Vale per Giovinazzo ma per tutta Italia. Lo stato italiano spende risorse economiche per formarci, l'Europa poi ce le scippa, approfitta della nostra formazione per crescere, mentre il nostro Paese rimane fermo al palo».
Giovinazzese «doc», 32 anni, laureato in Filosofia con indirizzo in arte e letteratura, adesso sta seguendo a Lione, sempre in Francia, un corso di dottorato in Letteratura Francese e Arte. Materie queste che nella vita e nella professione di Caccavo sono molto familiari. «Sono stati i miei professori di Liceo – ha affermato – a farmi amare la lingua e la letteratura francese. Per approfondire le materie poi sono diventato un topo di biblioteca, andando quasi quotidianamente a rovistare gli scaffali dell'unica biblioteca presente a Giovinazzo, quella dei Ragazzi dedicata ad Antonio Daconto». Il diploma e poi l'Università. Anche in questo caso la fortuna di incontrare docenti che hanno visto lontano. «Per la mia tesi di laurea – ha continuato Caccavo - mi hanno proposto di "guardare" un libro: "L'ottica dei colori" di Luis Bertan Castel, un testo e un autore francese. Ho scoperto che non esisteva una traduzione in italiano e quindi mi sono cimentato anche con questo». E poi la ricerca del lavoro. In Italia con una laurea in Filosofia non si va molto lontano. «Altrove si – tiene a precisare Caccavo – e secondo quella che è stata la mia esperienza, non è stato neanche troppo difficile».
Appassionato di facebook e delle nuove tecnologie ha inviato i suoi curricula anche attraverso la posta elettronica. E proprio attraverso le «mail», ha cominciato a ricevere le prime offerte di lavoro. Da Lugano in Svizzera, dove ha lavorato per sei mesi e poi in Francia, dove si è sistemato da qualche anno. E qui oltre all'insegnamento, Geografia, Storia e Letteratura Italiana sono le sue materie, è cominciata anche un'altra avventura: quella di critico d'arte. «Definirmi un critico d'arte è forse un pò troppo – lo ha affermato sommessamente – fatto sta che collaboro con riviste di settore, scrivo recensioni e presentazioni di opere e artisti». Anche questa avventura è cominciata attraverso la posta elettronica.
«La differenza tra Italia e Francia – ha tenuto a sottolineare – è che oltralpe se leggono qualcosa di interessante vengono a cercarti e ti chiedono il permesso di stampare. Da noi invece succede il contrario. Bisogna cercare con il lanternino chi voglia pubblicare qualcosa». Caccavo torna a Giovinazzo tutte le volte che può. «Torno per sedicenti vacanze – ha concluso – in realtà non riesco a stare fermo. Penso sempre a cosa fare per il mio paese. Lo sento come un dovere morale e civile. Ma quello che qui manca è un piano comunale di marketing, manca lo spirito comunitario, quello che sappia riunire le eccellenze locali. Vale per Giovinazzo ma per tutta Italia. Lo stato italiano spende risorse economiche per formarci, l'Europa poi ce le scippa, approfitta della nostra formazione per crescere, mentre il nostro Paese rimane fermo al palo».